Regia di Elio Petri vedi scheda film
marcello si prepara un bagno dopo che è rincasato e vi si immerge addormentandosi. quando si sveglia per lui inizia un incubo. dei poliziotti lo prelevano. la sua facoltosa amante è stata ucisa e per salvo randone è stato lui. tiene sveglio questo film. petri è bravo a non far cedere la tensione. l'accanimento nel cercare di dimostrare la colpevolezza di marcello o di indurlo a testimoniarla è pari alla dubbia moralità dell'indiziato. e così mentre salvo randone ammette l'antipatia che prova per marcello, giurandogli però imparzialità che non c'è, marcello mentre ricorda le ore precedenti il suo arresto, racconta quello che è successo omettendone le parti più sgradevoli e più interessanti però dal punto di vista del romanzo. l'arrampicatore sociale, per cui è in effetti difficile provare simpatia, fa a tratti anche pena per la situazione scomodamente terrorista nela quale è obbligato. ammette scorrettezze nei confronti della madre, ma omette di confidare il comportamento da ruffiano tenuto con la domestica dell'assassinata, che si svena per difenderlo, financo ad ingenuamente auto-denunciarsi del delitto. però marcello è innocente e nulla e nessuno potrà metterlo nella condizione di confessarsi colpevole. nonostante la sua spavalda ed arrogante bellezza da pidocchio rifatto, marcello è in grado di comunicarci la disperata confusione che gli popola vociante la testa. il commissario lo vuole ingiustamente colpevole di un omicidio, quando il suo delitto sarebbe quello di un essere solamente una merda di persona. petri, che non è certamente uno sprovveduto, ci mostra come una persona di merda riesca sempre ad emergere, mugugnando a testa bassa quando un potere aldisopra di lui lo minaccia, o manipolando le situazioni che riesce a gestire. e con la scena finale sul letto, petri ci promette che un ghigno ci seppellirà.
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