Regia di Jack Smight vedi scheda film
Nel quartetto di film che composero la tetralogia di "Airport", nata sullo spunto di un bestseller da viaggio di Arthur Haley, numerosi furono i nomi "pesanti" immessi nei vari cast:questo almeno in facciata,a guardar bene spesso si constata che ci sono ex-personalità ai saldi,caratteristi promossi a ruoli importanti, e un protagonista presente più per cachet che per reale coinvolgimento nel progetto. Si guardi qui Charlton Heston, che ha il nome ampiamente rimarcato sui manifesti, e va bene che ha un ruolo decisivo nella vicenda, ma in realtà per mezzo film non c'è. Tuttavia scorrevole,malgrado la banalità intrinseca del filone catastrofico alla hollywoodiana più tradizionalista, "Airport 75" ha il guaio di basare la svolta drammatica del racconto su un'inverosimiglianza madornale,con un jet che subisce un gravissimo incidente,un aereo di piccolo cabotaggio con cui accade un frontale in aria, rimane praticamente con la versione cabriolet della propria cabina di pilotaggio, e ciò non comporta il precipitare del velivolo, ma anzi, addirittura giunge il prode pilota di lungo corso Heston, peraltro in crisi sentimentale con la sagace hostess Karen Black a salvare volo e passeggeri. Il pregio di questo "Airport" è che si dilunga meno del solito sulle travagliate vite dei malcapitati passeggeri, qualche momento spettacolare non manca, ma appunto, chiede troppo alla nostra comprensione di spettatori per reggere del tutto.
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