Regia di Chen Kaige vedi scheda film
Palma d'oro a Cannes nel 1993,"Addio,mia concubina" è,insieme a "Lanterne rosse" di Zhang Yimou,uno dei film di provenienza dalla Cina più celeberrimi e premiati della decade '90-2000,considerato in breve un cult e di relativo buon successo commerciale.In quasi tre ore di proiezione,come accadeva anche ne "L'ultimo imperatore",sono narrate le vicende di un'amicizia tra due ragazzi che crescono come attori di strada e sviluppano un rapporto passionale non detto,che sfocia in una sorta di triangolo quando uno dei due sposerà una ragazza che si prostituisce,innescando un bizzarro confronto perpetuo tra l'amico di sempre e la donna che ha scelto,che nei momenti più drammatici,tuttavia,saranno quasi solidali l'una con l'altra,il tutto sullo sfondo di cinquant'anni di Storia cinese.Il film non è di quelli da prendere a cuor leggero,anche e soprattutto per le scene della prima parte,che vedono uno dei protagonisti subire abusi di ogni tipo,fino allo stupro da parte di un vecchio vizioso e potente:melò a luce fredda,narra passioni tenute sotto chiave,l'amore di due persone per una terza che non lo vale,data la sua viltà di fondo e la pochezza umana che offre.Due artisti che fanno lo stesso numero per tutta un'esistenza,di fronte a vari tipi di pubblico,mascherano sulla scena i conflitti,le diffidenze ed i disprezzi che stanno appena dietro le quinte di una vita di successi professionali,ma misera nelle soddisfazioni personali.Montato in maniera quasi categorica,con scene che non sfumano,ma quasi vengono troncate,è un interessante excursus nella Storia moderna di un paese potente e mutevole più di altri (anche se infine, tutte le grandi nazioni conoscono in archi di tempo relativamente piccoli,grandi cambiamenti) , fuso ad un racconto di sopravviventi alle proprie tentazioni.
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