Regia di Jean Renoir vedi scheda film
Un buon film di guerra dove però non è il campo di battaglia il punto focale, piuttosto lo sono i rapporti per certi versi cavallereschi tra ufficiali dei diversi schieramenti ed il reciproco rispetto pur nelle avversità e nelle inevitabili rappresaglie
Quando Jean Renoir girò "La grande illusione", incentrata sulle vicende di un gruppo di ufficiali francesi durante la Prima Guerra Mondiale, si sentiva come un temporale in avvicinamento, quello del Secondo Conflitto con tutti i suoi orrori, e ciò nonostante l'impronta pacifista del film riuscì a mantenere la giusta distanza anche da quella macelleria umana che fu la Grande Guerra. Certo questo in parte può essere visto come una forma di miopia, tanto che della guerra nel film si avvverte solo un eco lontano, quasi soffuso. Ma è proprio questo il punto focale di una pellicola che accentua piuttosto i valori cavallereschi del conflitto ed il rispetto reciproco, pur nelle ostilità, tra gli ufficiali dei due diversi schieramenti. Jean Gabin ne è cosi' l'interprete naturale, con quel suo stile che non va mai oltre il limite, e con una certa signorilità che non perde smalto neanche nei momenti avversi. Il film riuscì persino ad aggiudicarsi il premio della giuria al Festival di Venezia, scatenando le inevitabili ire della critica fascista. Il temporale era sempre più vicino e pronto a cambiare le sorti dell'Europa..
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