Regia di Umberto Lenzi vedi scheda film
Umberto Lenzi dirige uno dei suoi film di maggiore successo, ed è un horror zombesco sulla linea di Romero, ma con delle differenze sostanziali molto importanti. Dapprima i morti viventi di Lenzi sono più veloci e meno "disfati" di quelli romeriani. Hanno raziocinio, scelgono le loro vittime, e invece di cibarsi di carne umana succhiano il sangue come i vampiri. Mentre quelli di Fulci erano apolitici rispetto quelli di Romero, i morti viventi di Lenzi hanno una loro politica, visto che additano esercito e inquinamento. Se però la regia è buona, solida e secca come spetta ad un film che non vuole dire nulla se non quello che passa dallo schermo, i dialoghi sono pietosi e la bravura degli attori è circoscritta a Mel Ferrer e Francisco Rabal, la coreografia dei delitti e delle scene d'azione è così pressapochista che stufa. Il gradimento si rialza con alcune soluzioni visive interessanti, come l'infermiera uccisa nella fontana e la morte di Maria Rosaria Omaggio, e soprattutto per il gusto orrorifico di alcune crudeltà. Il tutto filmato con una certa attenzione al primo piano e al particolare macabro, ingigantito dall'inquadratura. Di questo film se ne ricorderà di certo Danny Boyle quando girando "28 Giorni Dopo" sceglierà di dare velocità e rapidita e raziocinio ai suoi zombi, guarda caso anch'essi dei contaminati alla stregua di quelli di Lenzi.
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