Regia di Oliver Stone vedi scheda film
Come travisare una sceneggiatura originale di Tarantino. E fare comunque un discreto film che è essenzialmente un atto d'accusa - ultradidascalico - contro i media, tv in testa. La violenza di Tarantino, oltre che atroce e senza mezzi termini, è allegra, spensierata; quella di Stone è semplicemente violenta, nonostante la quantità sia sempre ingente. Mancando l'elemento ironico della situazione, inevitabilmente la storia precipita nel grottesco e nell'assurdo; bravi gli attori, ma intrappolati in parti troppo schematiche, troppo funzionali ai valori che interpretano. Bel lavoro, fantasioso e delirante, ma è un po' semplicistico ridurre l'origine di tutta la violenza odierna alle immagini propinate dalla televisione (ma splendidamente allegorica la scenetta in stile sitcom che mostra la pietosa famiglia di Mallory).
L'amore fra Mickey e Mallory si nutre dell'odio per la famiglia di lei: dopo averla sterminata, cominciano una fuga infinita lungo gli Usa in cui massacrano via via tutti coloro che si pongono, volenti o meno, sul loro cammino. Dopo una cinquantina di vittime, vengono arrestati; ma grazie ad un giornalista impiccione entrato in carcere ad intervistarli, trovano una via di fuga.
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