Regia di Kenneth Branagh vedi scheda film
Peter, uomo ormai maturo, da poco vive solo all'interno di una grande casa nelle campagne inglesi, ereditata dal padre recentemente defunto. Sistemati altri suoi affari, invita presso la magione alcuni amici con i quali ha condiviso gli studi universitari ed attività di musica e teatro. Sono passati molti anni da quando il gruppo sì è trovato unito per l'ultima volta; la vita ha inciso negativamente su molti di loro; ma sarà rimasto qualcosa di quella sintonia e quello spirito goliardico che li univa ? La prima cosa che ho rilevato, vedendo questo film diretto ed interpretato da Kenneth Branagh - nel ruolo del comprimario Andrew - è l'affinità con "Compagni Di Scuola", di Carlo Verdone. Gli amici che si riuniscono presso la tenuta di Peter, sei con l'aggiunta di un paio di partner, nonostante una certa agiatezza economica, non possono dirsi soddisfatti della vita. Andrew. ex-alcolizzato, è "non felicemente" legato a Carol, un'attrice vanitosa e caustica. Roger e Mary, pubblicitari, sposati, hanno fatalmente perso uno dei figli, morto nel sonno. Mary non ha superato il trauma ed è ossessivamente preoccupata per la salute del figlio superstite, gemello del deceduto; le sue nevrosi mettono a dura prova la tenuta del matrimonio. Sarah raggiunge la magione portando con sè Brian, il nuovo compagno; i due ardono di passione, ma il sentimento latita. Maggie, infine, giunge da sola. La donna lavora nell'ambito dell'editoria; scialba, ingenua, inadeguata, soffre per la mancanza di un compagno ed ambirebbe a conquistare Peter, ma i suoi tentativi non hanno successo. Peter, pur avendo previsto che in molti anni le cose sarebbero cambiate in peggio, rimane sconcertato dal "calo" sofferto dalle persone che si trova di fronte, un volta suoi scoppiettanti migliori amici. Ha per loro una grave rivelazione; è sieropositivo. A differenza degli altri, i quali ben presto cessano sorrisi e smancerìe in favore di più naturali - e sgradevoli - atteggiamenti i quali rivelano la negatività acquisita dalla loro personalità, Peter ha accettato con serenità il suo "male". Consapevole di poter far poco contro di esso, è deciso a vivere intensamente gli anni, pochi o molti che siano, che gli restano. E questo suo intento, unito ad un sincero interesse per le persone con le quali ha condiviso felici anni di gioventù, colpisce queste ultime. Tanto da spingerle a mettere da parte le reciproche animosità e stringersi intorno al loro ospite; ma fino a quando ? Kenneth Branagh, oltre a sè stesso, può contare su un discreto cast. Il sornione Peter è interpretato da Stephen Fry; Maggie da Emma Thompson. Sarah, considerata a torto una ninfomane, in realtà solo istintiva, da Alphonsia Emmanuel. Hugh Laurie e Imelda Staunton sono rispettivamente Roger e Mary Charleston, i quali inaspettatamente ritrovano serenità a seguito di un drammatico confronto. La messa in scena è molto vivace; i toni sono quelli della commedia, tuttavia si ride assai poco. Le scelte in merito alle interpretazioni ci consegnano personaggi sopra le righe, a tratti grotteschi. Il parlare a volte convulso, repentini cambiamenti di umore, l'evidente mancanza di sincerità, anche verso loro stessi, è nitido indice di nevrosi, di vite alla deriva, di infelicità difficilmente curabili. I primi minuti del film ci mostrano queste persone unite, prive di preoccupazioni, serene; quanto contrasto con la loro rappresentazione di appena dieci anni avanti, e quanta amarezza. E' acuita da un'impressione; la ritrovata unità intorno a Peter è un qualcosa di effimero, generata da un istinto di solidarietà verso il malato. I suoi amici, in un prossimo futuro, torneranno alla loro infelicità quotidiana. Nulla più rimane di quello spirito che li aveva legati e guidati solo dieci anni prima. E tutto ciò, mentre il mondo - ci suggerisce una sequenza in prossimità dell'inizio - è andato avanti; ma ciò sembra interessare poco ad uno spicchio di borghesia autoreferenziale ed improduttiva. Un buon dramma, intimo e sociale, in "confezione" di commedia.
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