Regia di Steven Seagal vedi scheda film
Tronfio giocattolone di azione patinata e tensioni rifritte, spesso addirittura ridicolo (la sfida a schiaffi sulle mani), fintamente onesto nella propaganda moralistica del finale, con uno Steven Seagal sempre più monolitico ed inespressivo (in trasferta in Alaska a fronteggiare le bieche speculazioni del boss di una compagnia petrolifera), qui anche anonimo e distratto regista esordiente. La trama ha sviluppi risibili (pessimo il copione firmato dagli sceneggiatori Ed Horowitz e Robin U. Russin, anch'essi esordienti), i brividi sono di misera suggestione spettacolare, il cast banalmente sprecato (soprattutto Michael Caine, Joan Chen e Billy Bob Thornton), l'estetica dell'action movie di serie Z l'unica cifra stilistica. Per non parlare della sequenza conclusiva del film, che con il suo veemente messaggio ambientalista durava inizialmente oltre dieci minuti, sforbiciati pesantemente (e fortunatamente) dopo le preview per il pubblico: e nonostante questo, rimane, assistendo al finale, la prepotente sensazione di una forzatura drammaturgica pesante e fastidiosa, tra l'altro totalmente estranea, per la sua condivisibilità, alla grevità complessiva dell'insieme. Da dimenticare in fretta.
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