Regia di Robert Altman vedi scheda film
Affrontare la vita giorno per giorno proponendosi di volta in volta obiettivi sempre più ambiziosi: ecco la morale di questo California poker. Ma attenzione: mai proporsi di 'sbancare il casinò', mai gettarsi anima e corpo in un'impresa troppo grande per soffrire la rivalità di altre, tanto eccessiva da potersi considerare l'atto finale del proprio percorso, perchè è inutile: quando l'uomo individua concretamente i propri limiti e capisce di non poter andare oltre, è arrivato alla sua fine. Moralmente, ma non solo. Su questa semplice - ma non così scontata - tesi sono stati impostati alcuni dei maggiori capolavori della storia della letteratura mondiale: basti ricordare quanto Dante dice di Ulisse nell'Inferno, per esempio. Altman, con una sceneggiatura di Joseph Walsh (fino a quel momento principalmente noto come attore di serie televisive, fra le quali Bonanza), racconta così le disavventure di una coppia di inquieti personaggi, ben interpretati dal duo Elliott Gould/George Segal, assetati di vittorie e determinati a raggiungere la vetta fino a quando sulla vetta, realmente, giungono. A quel punto nulla ha più senso e i due possono anche dividersi (l'unione fa la forza, ma solo se c'è qualcosa per cui combattere: altrimenti anche la forza cede, risulta inutile). Curiosità: c'è anche una particina per il quasi esordiente Jeff Goldblum. California poker non è uno dei titoli più noti del regista, che peraltro immediatamente dopo girerà Nashville (destinato invece a un enorme successo), ma è comunque un lavoro interessante, dalla colonna sonora intrigante (Phyllis Shotwell) e dal buon ritmo. 6/10.
Un'accoppiata di accaniti giocatori d'azzardo si diletta nello scommettere sulla boxe, sulle corse dei cavalli, su qualsiasi cosa capiti: è giunta l'ora, per i due, di recarsi a Reno per sbancare il casinò.
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