Regia di Kôji Shiraishi vedi scheda film
Brutto cross over, fuori tempo massimo. Due miti dell'horror nipponico ridotti a macchiette, costretti a scontrarsi senza alcun perché. Finale terribile: ovvero aperto per un rilancio che -fortunatamente- il pubblico ha sonoramente bocciato.
Natsumi (Aimi Satsukawa) vuole fare un regalo ai genitori, riversando un vecchio filmato di famiglia da VHS a DVD. Chiede aiuto alla più esperta compagna di classe, l'amica Yuri (Mizuki Yamamoto). Le ragazze acquistano in un negozio dell'usato un vecchio videoregistratore, contente la videocassetta maledetta. Visionato il contenuto, Natsumi ha solo 48 ore di tempo prima che Sadako la raggiunga. Yuri e Natsumi si rivolgono allora a un loro docente, esperto di fenomeni paranormali e desideroso di impossessarsi della VHS. Nel frattempo, nel vicino quartiere, la minorenne Suzuka racconta a quattro alunni delle elementari la storia macabra di una casa vicina: famosa perché ha portato solo disgrazie a chi in un modo o nell'altro vi è entrato. I quattro bambini, spinti dalla curiosità, penetrano nell'abitazione facendo l'infelice incontro prima con il piccolo spettro di Toshiro, quindi con Kayako. Le due entità malefiche, Sadako e Kayako -grazie all'intervento di un esperto e della sua aiutante (una bambina cieca)- si troveranno faccia a faccia, a causa delle due maledizioni... incrociatesi tra Yuri e Suzuka.
In gergo cinematografico (ma non solo, ad esempio anche in letteratura o nel fumetto) si definisce un cross over l'incrocio tra due personaggi o temi famosi. Uno dei più celebri (in anni relativamente recenti) è stato effettuato nel bruttissimo Freddy vs Jason (2003), anticipato da un battage pubblicitario senza precedenti. Probabilmente non porta bene mettere insieme due o più famosi titoli di successo. Qui tocca a Koji Shiraishi la sventurata impresa di far scontrare due icone dell'horror nipponico. A distanza di tanti (troppi) anni -e con il supporto produttivo Universal- il regista/sceneggiatore mette insieme due soggetti già eccessivamente sfruttati a cavallo del nuovo millennio. Tra serie tv, sequel, prequel e remake (ovviamente ciclici e americani) di un nuovo The ring e/o The grudge non se ne sentiva davvero il bisogno. Qui, nel rispetto di una filosofia al ribasso di idee e quindi qualità, Koji Shiraishi si prodiga nel rispetto dell'offerta "paghi uno e compri due".
La sciatteria dell'operazione è qualcosa di unico, a cominciare dal contesto iniziale: il film si apre in un'aula scolastica dove il docente racconta leggende metropolitane, tra le quali ovviamente sta anche quella del nastro maledetto. Nastro che spunta fuori giusto giusto in tempo per motivare il ritorno di Sadako. A distanza di oltre quindici anni la mediocre grafica (via di mezzo tra make up e CGI) e le idee non sono state ritoccate di una virgola, dando l'impressione, durante la visione, di trovarsi di nuovo di fronte ad uno dei noiosissimi seguiti dei due filoni. Tutto il girato prosegue sul filo di una piattezza quasi impossibile, riuscendo addirittura a raggiungere livelli infantili quando propone, alle prese con Kayako, alcuni alunni delle elementari (a quando protagonisti di un film horror fanciulli di 2 o 3 anni?). Prodotti, da deriva commerciale, come questi riescono a rendere grotteschi persino i titoli originali. Che avevano -a suo tempo- un loro stile in grado di fare presa sul pubblico. Qui il risultato è esattamente opposto: chi, tra i più giovani spettatori, si imbatte per la prima volta nelle due saghe (The ring e The grudge) con questo -titolo altisonante- La battaglia dei demoni... probabilmente eviterà con cura il recupero dei film originali.
The ring 3
L'anno seguente di nuovo Universal tenta di rilanciare la serie di Sadako (o meglio, trattandosi del seguito del remake, Samara), portando sugli schermi The ring 3. Film che, pur essendo tutt'altro che originale, grazie all'ambientazione americana e ad una maggior cura di realizzazione, risulta essere più avvincente e riuscito.
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