Regia di Giorgio Capitani vedi scheda film
Un film equilibrato, in cui il protagonista, impersonato da Ugo Tognazzi, affronta la malattia e l'imminenza della morte con dignità e saggezza, senza dedicarsi né allo sfrenato vitalismo, né alla solitaria riflessione, ma perseguendo, invece, quello "stato di grazia" indotto dalla capacità di assaporare la vita fino in fondo. Qui affiora la mano femminile dell'autrice, forse non geniale, ma certo carezzevole, che interviene non per inserire inutili sentimentalismi, bensì per somministrare la giusta dose di composta concretezza. Così il Tognazzi padre riesce a mantenersi al di sopra dei vari personaggi maschili di contorno, senza autoritarismi, con la sola forza della maturità, contro cui si infrangono le altrui debolezze e stravaganze. Un dramma familiare in cui - è vero - le donne compaiono in secondo piano, e, proprio per questo, risulta anticonvenzionale nell'evitare il solito scontato conflitto di ruoli tra i due sessi. In conclusione, una pellicola dai colori tenui e senza pretese, destinata a chi la sa gustare.
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