Regia di Pietro Germi vedi scheda film
Buon poliziesco all’italiana, che ricorda vagamente “Giungla d’asfalto”. La tensione drammatica è buona, e presto si intuisce il destino di rovina che incombe sui personaggi. La causa di questa rovina è proprio il crimine compiuto. Chi perché era esaperato dalla povertà, chi perché sognava un impossibile riscatto, chi perché cercava la vita facile senza lavorare: tutti hanno ceduto a quella terribile tentazione del denaro facile. La definizione dei personaggi è buona, ed è interessante vedere come tutti soccombono sotto il nervosismo, il terrore di essere scoperti, e l’implacabile incalzare della polzia. Nessuno è cattivo, ma hanno tutti i loro limiti e hanno commesso tutti lo stesso tragico errore. Il personaggio più complesso è forse quello del ragazzo. I genitori lo hanno viziato ed è venuto su un vigliacco, pronto a ricattare gli altri con la minaccia di un suicidio che sarebbe solo vendetta e insofferenza per essere stato scoperto. Non è di parola ed è pronto a tradire se le cose si mettono male. Il lamento della madre di avergli dato “tutto” e il modo in cui lo supplica dicono molto.
Secondo me Pietro Germi è un autore a sé stante, che non si può classificare in un genere preciso, e che certamente è originale sotto molti aspetti. Questo film, ad es., si accosta al neorealismo ma non vi appartiene, e lo stesso vale per il genere polziesco. In ogni caso è un buon esempio della serie “rapina andata male”.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta