Regia di Carlo Borghesio vedi scheda film
Un busto di Napoleone prende vita per raccontare le gesta del generale francese, tutt’altro che eroiche, anzi decisamente comiche.
Il personaggio di Napoleone, piccoletto e ricco di vezzi curiosi già in origine, è stato uno dei cavalli di battaglia – mai termine fu più adatto, in questo caso – di Renato Rascel. In questa pellicola il Nostro si sbizzarrisce nei panni del generale còrso, rendendolo una macchietta strampalata e canterina (qui è contenuta la celebre È arrivata la bufera, tra le altre), trascendendo in maniera evidente da qualsiasi analisi o critica storica per approdare in pieni territori teatrali, di avanspettacolo puro. Gag verbali, musiche e balletti, caratterizzazioni spicce: in sostanza questo Napoleone è una commedia trasportata di prepotenza, con i giusti accorgimenti, dalle assi del palcoscenico allo schermo del cinema; a firmare l’adeguata sceneggiatura sono in ben cinque: Stefano Strucchi, Faele alias Raffaele Esposito, Mario Monicelli, Steno e Leonardo Benvenuti, a cui va attribuito anche il soggetto in tandem con il regista Carlo Borghesio. Quest’ultimo, regista di fiducia di Macario, aveva dalla sua sufficiente esperienza per confezionare un lavoro simile senza eccessivi sforzi; di certo contribuiscono al valido risultato, oltre a un protagonista straripante, le partecipazioni nel cast dei vari Raimondo Vianello, Carlo Ninchi, Marisa Merlini, Lilia Silvi, Sergio Tofano, Enrico Viarisio, Cosetta Greco, Pietro Tordi e Luigi Pavese. Per quanto si tratti di un film smaccatamente comico senza alcuna ambizione di altro tipo (soprattutto di ricostruzione storica), per quanto l’umorismo scombiccherato e spesso frivolo del personaggio sia invecchiato rapidamente, ancora oggi Napoleone rappresenta una visione spensierata e piacevole. 4/10.
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