Web serie che regala la sensazione di uno spettacolo dal vivo, tra dramma, tragedia e commedia, con un cast notevole.
Horace and Pete parla dell’America - tra problemi familiari, politica e religione - senza scendere a compromessi: un costante work in progress che consente di restare al passo con l’attualità nella più assoluta libertà creativa, garantita dalla scelta produttiva, indipendente e innovativa, di Louis C.K..
Horace and Pete - Di cosa parla
A Brooklyn, il bar Horace and Pete’s appartiene alla stessa famiglia dal lontano 1916 passando di mano da una generazione all’altra senza che la continuità sia mai stata messa in discussione e rispettando la regola che vuole che da quando esiste il bar i proprietari si chiamino uno Horace e l'altro Pete. I proprietari correnti sono infatti il quarantanovenne Horace Wittel VIII (Louis C.K.) e il cinquantaduenne Pete (Steve Buscemi), suo cugino.
È un bar vecchio stile e legato alle tradizioni: ad esempio non si servono bevande miste e l’unica birra venduta è la Budweiser, con prezzi variabili in funzione del tipo di cliente.
All’interno di questa realtà, sono focali le relazioni tra i membri della famiglia e un tema sentito riguarda le decisioni da prendere per il futuro del bar, con Sylvia (Edie Falco), la sorella di Horace, che vorrebbe venderlo e chi invece, come Pete, non può proprio immaginare una vita lontana da quelle quattro mura.
Proprio in questo luogo, tra clienti fissi e altri occasionali, scaturiscono le occasioni per dibattere della società attuale, con i più differenti punti di vista, e altrettanti modi di porsi, destinati a entrare in conflitto. I temi dei discorsi vanno quindi dal sesso al alcolismo, dalla politica al razzismo, passando per lo sport, la malattia e altro ancora: davvero un po' di tutto.
I personaggi
Horace Wittel VIII (Louis C.K.) è un quarantanovenne divorziato con problematiche familiari estese ai figli; suo figlio Horace Wittel IX rifiuta ogni contatto con lui mentre il rapporto con la figlia Alice è semplicemente gelido. Prima di ereditare il bar dal padre violento, Horace VIII era un contabile e adesso porta avanti la tradizione di famiglia senza particolare entusiasmo. È incline ad attacchi di depressione che non gli precludono un discreto successo con le donne. Sa trattare con le persone e frequentemente è il pacificatore dei diverbi più accesi.
Pete Wittel (Steve Buscemi) è un cinquantaduenne, comproprietario del bar. È cresciuto con Horace e Sylvia ma è il loro cugino biologico e Uncle Pete è suo padre. È prestante e atletico ma è anche limitato da una grave malattia mentale tanto da essere dipendente da un farmaco costoso, chiamato Probitol, mentre il suo sostentamento è unicamente legato al bar di famiglia. Solitamente è gentile e rispettoso verso gli altri, specialmente se si tratta di donne. Invece, ci sono un po’ di problemi nel suo rapporto con Horace con il quale condivide una formazione cattolica, pur non essendo religioso e non credendo in una vita dopo la morte.
Sylvia Wittel (Edie Falco) è la sorella maggiore di Horace. Da giovane era infelice e ribelle mentre da adulta è diventata dura e assertiva, a volte anche sorprendentemente crudele. Ha un figlio, Franklin, che va a scuola, e una figlia, Brenda, verso cui è emotiva e protettiva, tanto da farla irritare. Odia il bar e tutta la miseria a esso associata tanto che vorrebbe chiuderlo e reclamare la sua parte di eredità per pagare le sue cure; infatti, le è appena stato diagnosticato un cancro. Nonostante tutto questo, ha un buon rapporto con Horace che la persuade a entrare nella gestione del locale.
Leon (Steven Wright) è un sessantenne, cliente abituale del bar che continua a frequentare semplicemente per la compagnia. Non parla molto e ha un pungente senso dell’umorismo. È cavalleresco e crede fermamente che l’uomo non debba mai essere scortese con una donna, indipendentemente dalle circostanze.
Kurt (Kurt Metzger) è un cliente abituale del bar; si fa notare soprattutto per essere un supponente millantatore. Ha una visione nichilista del mondo e crede che sarebbe una buona idea eleggere Donald Trump per distruggere il sistema politico. È rozzo e insensibile.
Uncle Pete (Alan Alda) è un ottantenne, comproprietario del bar prima che le redini passassero a Pete dopo la morte di Horace Wittel VII. Comunque, continua a prendersi cura del bar, opprimendo Horace e Pete e prelevando una quota dagli incassi. È acido - un bigotto pronto a insultare chiunque gli capiti a tiro - ma sa essere anche divertente. Non si può definire religioso, ma la sua istruzione cattolica irlandese viene a galla durante una discussione sull’aborto. Ama offrire bevute gratis, soprattutto alle giovani donne che prende in simpatia ed è l’unico Wittel che tratta Marsha come una di famiglia.
Marsha (Jessica Lange) è una sessantenne ed è stata l’ultima partner sessuale di Horace Wittel VII. In seguito, Uncle Pete ha continuato a darle parte degli incassi del bar e a offrirle bevute gratuite. È’ un’alcolista cronica da quando era giovanissima e ha sempre fatto affidamento sulla sua bellezza per attrarre gli uomini e sostenere questo suo vizio. Ha un carattere forte ed è spesso ruvida: quando parla, non si pone alcun filtro di sorta.
Il cast
Louis C. K., protagonista della serie nei panni di Horace Wittel VIII, è un artista duttile – comico teatrale, regista, sceneggiatore e produttore – stimato soprattutto per la serie Louie e per i suoi show come stand-up comedian; lavora occasionalmente per il cinema: ad esempio, ha recitato in Blue Jasmine di… Vedi tutto
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Louis C.K.
Horace
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Steve Buscemi
Pete
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Edie Falco
Sylvia
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Steven Wright
Leon
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Kurt Metzger
Kurt
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Alan Alda
Uncle Pete
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Jessica Lange
Marsha
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Liza Treyger
Melissa
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Aidy Bryant
Alice
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Nick Di Paolo
Nick
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Guida agli episodi
Produzione e ricezione
Louis C.K. produce, scrive, dirige e interpreta questo show in formato multicamera il cui primo episodio è arrivato senza alcun lancio pubblicitario, o preavviso, il 30 gennaio 2016, disponibile direttamente in streaming sul suo sito ufficiale e acquistabile al costo di cinque dollari (mentre la prima stagione è ora disponibile per intero al costo di 31 dollari).
L’annuncio è arrivato direttamente agli iscritti della sua mailing list con il laconico invito ho preparato qualcosa e con cinque dollari potete scoprire di cosa si tratta.
A seguire, ogni settimana è stato realizzato e pubblicato un episodio utilizzando il ricavato appena incassato, per uno show in costante aggiornamento che in questo modo ha potuto rimodularsi sulla stretta attualità che richiama.
La critica ha accolto a braccia aperte questa esperienza innovativa; sul sito Metacritic ha una valutazione di 78/100 su dodici contributi mentre su Rotten Tomatoes si è attestata su un lusinghiero 8,4/10 su ventuno recensioni.
Evidentemente, anche il pubblico deve aver apprezzato e aderito all’iniziativa considerando che il prezzo per l’acquisto degli episodi, determinato dalla somma necessaria per realizzare il successivo, è sceso dai cinque dollari dell’esordio ai tre dei seguenti.
Le stagioni
Stagione 1
La prima puntata è stata resa disponibile, in streaming e in download, il 30 gennaio 2016 sul sito ufficiale di Louis C.K. al costo di cinque dollari.
In seguito, il prezzo d'accesso si è attestato sui tre dollari a episodio, stabilito in funzione della cifra necessaria da incassare per girare il successivo.
La cadenza di pubblicazione è stata sempre settimanale e l’ultimo episodio è stato pubblicato il 2 aprile 2016.
Tra le guest, figurano Laurie Metcalf (Affari sporchi e Occhi nelle tenebre), Tom Noonan (Manhunter – Frammenti di un omicidio e Caccia spietata) e Aidy Bryant (protagonista del Saturday night live dalla trentottesima stagione).
La serie consta di dieci episodi di durata variabile; si passa da un massimo di sessantasette minuti dell’esordio a un minimo di trenta per il quarto episodio.
Commenti (1) vedi tutti
capolavoro assoluto! di scrittura, regia, recitazione, montaggio, fotografia e, per quel poco che si sente, anche di musica (la esile e sublime canzone dei titoli di Paul Simon è perfetta). prova di Louie C.K. di grande maturità espressiva...e stiamo parlando di CINEMA (sarebbe piaciuto a Bergman e Cassavetes).
commento di giovenosta