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Giorno maledetto

Regia di John Sturges vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Giorno maledetto

di axe
8 stelle

Immediato secondo dopoguerra, Stati Uniti, Far West. Un treno transcontinentale effettua, per la prima volta dopo alcuni anni, la fermata presso la stazione di Black Rock, e questo è un evento per gli oziosi abitanti dello scalcinato paesino; ne scende un maturo uomo dal braccio sinistro paralizzato, John Macreedy, il quale riferisce di essere diretto presso una fattoria chiamata "La Steppaia", che sapeva essere abitata da un giapponese da lungo tempo trasferitosi in America. Ciò accende, tra i residenti, la curiosità di alcuni e l'ostilità di altri. Dinamiche ed ambientazioni tipiche del genere western sono largamente utilizzate dal regista John Sturges per realizzare questo film drammatico, che affronta i temi della colpa e del razzismo, legandoli ad un contesto sociale di estrema arretratezza culturale. Partendo da quest'ultimo aspetto, è doveroso rilevare la magistrale ricostruzione dello stesso. Black Rock è un agglomerato che comprende poche case, la stazione ferroviaria, una pompa di benzina, un'officina, un hotel, una tavola calda. L'ordine pubblico è formalmente garantito da uno sceriffo, uomo alcolizzato ed inerme; di fatto è nelle mani del leader autoproclamato della piccola comunità, Reno Smith. Il paese è al centro di una terra spoglia, in una pianura raccolta tra alte montagne, ed è crocevia delle attività dei pochi allevatori della zona. Qui l'acqua è un bene primario. Smith, proprietario, tra l'altro, della "Steppaia", si vantava di aver ingannato il giapponese Komoko affittandogli una terra che riteneva esserne priva. Ma l'uomo era riuscito a trovarla; con il dente avvelenato da ciò, dalle vicende di Pearl Harbor e, soprattutto, dall'essere stato scartato da una selezione per l'arruolamento, condusse i suoi compaesani presso la magione abitata da Komoko, dandola alle fiamme con il suo occupante all'interno. Questo misfatto rende ancor più diffidente l'isolata comunità verso gli estranei. L'interesse dichiarato da Macreedy verso l'uomo giapponese, pertanto, porta ad una vera e propria condanna a morte per l'anziano invalido. Intorno gli è tessuta una trama, di cui egli si rende pian piano conto. Compreso che non potrà lasciare il paese, stimola le energie positive di qualche abitante che, benchè complice - anche con il proprio silenzio - delle azioni di qualche anno prima, ha ancora un briciolo di dignità, e si avvia allo scontro con Smith. Nonostante alcuni colpi di scena, l'epilogo non lascia spazio a sorprese. L'anziano Macreedy, benchè menomato, ha maturato una lunga esperienza sui campi di battaglia. E' dunque in grado di valutare i pericoli, dominare la situazione con una calma apparentemente imperturbabile, difendersi dalle aggressioni fisiche. Le sue intenzioni, tra l'altro, erano nobili. Cercava, infatti, Komoko al fine di consegnargli una medaglia alla memoria conferita al figlio, morto in combattimento per salvargli la vita. Ciò a testimoniare che, oltre alla società di Black Rock, composta di omaccioni forti solo a chiacchiere e quando in superiorità numerica, c'è spazio, all'interno della più ampia "galassia" sociale statunitense per uomini per le quali l'origine territoriale passa in second'ordine rispetto la lealtà, il coraggio, l'intraprendenza. E' il caso di Macreedy, che non dimentica chi l'ha aiutato; di Komoko, che sappiamo aver "domato" una terra considerata inutilizzabile; del figlio di Komoko, morto in guerra per servire il suo paese, nonostante le lontane origini giapponesi. Queste individualità, direttamente ed indirettamente, "tendono la mano" a quanto di buono è rimasto in Black Rock, fornendo stimolo ed esempio per un percorso di redenzione che si preannunzia, tuttavia, lungo ed incerto. Seppur con poca convinzione, prima di riprendere il treno, John Macreedy lascia la medaglia ad un cittadino locale, a memoria di quanto avvenuto e monito per il futuro. Ottima l'interpretazione di Spencer Tracy nel ruolo del protagonista; Robert Ryan è un convincente "cattivo". Spiccano nel cast, con ruoli di secondo piano, Ernest Borgnine e Lee Marvin. La durata del film è breve, inversamente proporzionale alla tensione, alta sin dall'inizio, poichè non è chiaro per quale motivo il protagonista cerchi il giapponese. Inizialmente, l'uomo si scontra con la diffidenza che ogni comunità chiusa spesso mostra agli estranei; ma ben presto diviene chiaro che i cittadini di Black Rock nascondono qualcosa. Ne nasce una serratissima sfida che culmina nel simbolico epilogo. Ottimo "tardo" western, racconta, sullo sfondo di un'interessante ed inusuale ambientazione e giovandosi di buone intepretazioni, un'appassionante storia di giustizia "indiretta".

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