Regia di John Sturges vedi scheda film
un treno espresso si ferma in quella che evidentemente è una stazione. ne scende un signore con valigia. i poche abitanti lo scrutano e lo seguono fino all'hotel. non lo vogliono. non vogliono stranieri. il signore con un braccio menomato scende in una terra arida dove le leggi governative non sono arrivate e vige la legge del più forte e del più furbo. le due anime degli stati uniti si scontrano e una delle due deve perdere. entrambe le leggi sono armate. la legge degli uomini è armata di calma, buon senso. la legge delle fiere è governata dall'aggressività e dall'intimidazione. un mondo destinato a collassare. un senso della giustizia troppo arbitrario per poter garantire continuità a quel piccolo microcosmo. niente garantisce l'uno che l'altro prima o poi non lo tradisca o non lo colpisca alle spalle. il senso di colpa, benchè assopito da litri di alcool scadente, prima o poi si acuirà a tal punto da indurre alla rivolta o più probabilmente alla fuga o al suicidio. quindi i figli della stessa nazione che si scannano tra loro, per la stessa identica causa. la guerra ha fatto di uno un menomato con un alto senso dell'amicizia e della riconoscenza e ha fatto degli altri, gretti razzisti difensori di un alterato senso di patria. se si pensa che il film, certamente di breve durata, è tutto ambientato in quattro edifici e su una jeep, si deve rendere atto agli sceneggiatori, al regista e agli attori di aver fatto un grande lavoro. naturalmente il grande spencer tracy illumina lo schermo di un grande senso di giustizia umana.
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