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Una calibro 20 per lo specialista

Regia di Michael Cimino vedi scheda film

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La recensione su Una calibro 20 per lo specialista

di tafo
9 stelle

epica etica e pathos.

Il primo lungo di Cimino è un road-movie sfuggente e imprendibile che non ha paura di mischiarsi con altri generi. I due protagonisti si incontrano scontrandosi in un inizio da western cominciando a correre senza potersi e volersi fermare. La differenza di età tra i due è grande il passato dello specialista non vuole passare lo insegue mentre il giovane vive solo nel presente avendo poco passato alle spalle. La saggezza del vecchio è solo apparente di chi si deve fingere prete per sfuggire alla vendetta dei presunti amici e di chi sa che stare accanto a lui è pericoloso. La spericolatezza del giovane è data appunto dal non conoscere ancora chi si trova di fronte. Gli eventi costringono i due a fare squadra ad attraversare insieme le strade del grande paese. La seconda parte del film è occupata dal tentativo di rifare la rapina che anni prima aveva permesso alla banda dello specialista di accumulare un bottino che nascosto non era stato possibile recuperare . Il giovane conosce il passato del vecchio , ne conosce i complici ancora vivi ed è entusiasta all’idea della replica che nessuno si aspetta nello stesso posto e nello stesso modo. Il colpo non va non può andare perché e solo un pretesto per farci vedere l’inadeguatezza di questi uomini al lavoro alla fatica di una vita regolare. I due si ritrovano unici superstiti dopo la rapina fallita a scoprire per caso il nascondiglio del bottino del colpo originale dove finalmente senza problemi il giovane può morire senza rimpianti. Tutto il film è legato alla riproduzione così come la scuola viene spostata insieme ai soldi, la rapina viene rifatta, ogni cosa si muove nel tempo e nello spazio cosi come il cinema non è altro che vita vissuta rivista riordinata e rimontata. Il nostro dimostra subito di essere diverso dagli altri ne migliore o peggiore non inquadrabile in nessun genere, autore poetico capace di descrivere l’America degli sconfitti dei marginali con le emozioni che vanno di pari passo alle azioni e capace di resistere anche ad un’assurda traduzione del titolo originale.        

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