Regia di Sam Peckinpah vedi scheda film
Una banda di rapinatori male assortita (due sudisti e un nordista) e una ballerina di saloon che cerca inutilmente di farsi accettare dalla comunità locale intraprendono un’odissea verso un villaggio abbandonato per seppellire il figlioletto di lei accanto al marito. Difficile valutare il film d’esordio di Peckinpah, poi da lui stesso rinnegato: verrebbe spontaneo cercarvi i germi delle opere future, ma, o per la sua oggettiva acerbità o per le interferenze produttive, si può trovare ben poco. La trama è vagamente insensata, e ha qualche momento di comicità involontaria (la banca che viene rapinata da altri banditi arrivati prima è già l’Allen di Prendi i soldi e scappa): il tema della scorta a una donna in territorio ostile è in fondo quello del successivo Sfida nell’alta sierra, dove però viene svolto in modo più credibile. I protagonisti Brian Keith e Maureen O’Hara sono sufficientemente problematici, ma tutto sommato in linea con le tendenze hollywoodiane dell’epoca; e anche l’estetica è piuttosto datata (musica roboante, fotografia lucida). Ancora più difficile valutare la versione italiana (nel cui titolo, fra l’altro, salta fuori da chissà dove un Rio Bravo), ora che un doppiaggio recente le ha tolto la patina del tempo. Insomma: un western di ordinaria amministrazione, che merita di essere ricordato solo per la firma del regista.
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