Regia di Roberto Rossellini vedi scheda film
L’impossibile amore fra una giovane aristocratica romana e un carbonaro forlivese finisce in tragedia. Dal racconto omonimo di Stendhal (una cinquantina di pagine) Rossellini tira fuori un film lungo due ore e confezionato in modo irricevibile: recitazione enfatica, ritmo soporifero, musica pacchiana e soprattutto nessuna passione. Fin troppo facile addossare tutta la colpa a Sandra Milo, che con la sua espressione imbambolata contribuisce al disastro ma obiettivamente ha molti corresponsabili: anche Paolo Stoppa, solitamente misurato, qui parla come se fosse un popolano e non un nobile. Il soggetto era più adatto a Visconti, e infatti il ritratto della protagonista malata di masochismo rimanda inevitabilmente a Senso (con il quale ci sono alcuni elementi in comune: la lettera di denuncia, il drammatico confronto finale con l’amante); per combinazione, Alida Valli aveva interpretato il personaggio di Vanina nel precedente adattamento Oltre l’amore (1940) di Gallone.
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