Regia di Don Sharp vedi scheda film
Affascinante horror d'atmosfera che punta tutto su una bella sceneggiatura e ottime interpretazioni. Diretto, con buone intuizioni di regia, dal veterano Don Sharp.
L'anziano Andrew Marr, rinchiuso in un ospedale psichiatrico, prima di morire annuncia ad Edward Foster (Robert Hardy) l'intenzione di lasciargli in eredità la casa. L'intenzione è stata formalizzata nel testamento, ma Andrew chiede inoltre di prendersi cura dei soldi nascosti dietro una parete, spirando pronunciando un'ambigua frase: "da consegnare ai bambini". Foster, dopo i consueti passaggi burocratici, decide quindi di trasferirsi a Marr's Grove. La tenuta è abbandonata, necessita di sistemazione e, provvisoriamente, finisce ospite dell'avvocato Prescott (Herbert Lom) che abita nei paraggi. Conosce Sarah (Joan Collins), sorella del dott. Mandeville (Christopher Lee), medico di Andrew, che si offre per aiutarlo a sistemare l'abitazione. Nonostante le dicerie del paese, circa presenze spettrali all'interno di Marr's Grove, presto Foster vi si stabilisce, con l'intenzione di rintracciare le 210.000 sterline nascoste dal precedente proprietario. La somiglianza di Foster con Andrew è certificata da un ritratto affisso in una stanza. Improvvisi squarci visionari mostrano a Foster la tragedia che si è consumata tra quelle pareti, allorché Andrew, innamoratosi della giovane governante Sharon (Jane Birkin), intende lasciare la moglie Vittoria (Jean Marsh) e i suoi due piccoli figli. Intanto Sarah, Mandeville e Prescott continuano a seguire con attenzione le mosse di Foster, intenzionati anch'essi a mettere mano sul denaro di Andrew.
Ben scritto da Ed Brennan e Joseph Van, poi riadattato in sceneggiatura dallo stesso regista, Don Sharp, La scala della follia è un buon esempio di pellicola horror d'atmosfera, resa particolarmente affascinante da una solida direzione e un cast significativamente importante. Un lungometraggio privo di effetti speciali, poco spettacolare e contenuto su tutti i versanti, per dirsi riuscito deve puntare sulle interpretazioni. In questo caso Robert Hardy dà sfoggio di una professionalità e un talento raro, riuscendo a conferire spessore psicologico e credibilità al suo personaggio tormentato. A buon supporto, Hardy può contare sulla presenza di Christopher Lee, Herbert Lom e Joan Collins. Notevole poi la regia di Sharp, mai statica o convenzionale, al servizio di una storia destinata a svilupparsi su due differenti piani temporali. È ovviamente un film di genere, ma che straordinariamente focalizza l'attenzione sul dramma di una famiglia distrutta dalla scelta, del padre/marito, di abbandonare i suoi cari per una più giovane ragazza, evidentemente attratta non dal sentimento, quanto piuttosto dal benessere economico. E in questo, anche in un piccolo ruolo, interpretato magistralmente, tipo quello attribuito a Jean Marsh (la moglie di Andrew), La scala della follia si pone un gradino al di sopra della media, rispetto alle contemporanee produzioni horror.
Curiosità
Andrew Marr esiste veramente, ed è un famoso giornalista e presentatore televisivo nel Regno Unito. All'epoca delle riprese era un anonimo adolescente. La scelta del nome, attribuito all'omonimo personaggio de La scala della follia, è puramente casuale.
La scala della follia: Joan Collins
Critica
"La scala della follia (Dark place, 1973) che oltre alle figure mitiche di Christopher Lee e di Herbert Lom, oltre a Joan Collins e Jane Birkin, si avvale di una magistrale interpretazione di un dimesso Robert Hardy come protagonista, è in apparenza una ghost story abbastanza tradizionale, ma Sharp, che riadattò la sceneggiatura, ne fece la storia inquietante di un viaggio nel ricordo e nella psiche, dai toni nostalgici: confondendo, attraverso sottili e inavvertibili movimenti di macchina, la vicenda 'reale' e quella del fantasma, identificando il protagonista allo spettro, Sharp, per la prima volta, nega in ogni inquadratura quella netta separazione dello spettatore dal 'mostro' su cui da sempre il cinema dell'orrore si era fondato."
(Teo Mora) [1]
"Lo spunto non è particolarmente originale, ma Sharp crea a tratti una buona atmosfera macabra, anche se la storia non è ben calibrata e le due anime, quella horror e quella gialla, non si amalgamano bene. Le belle sequenze in esterno nelle highlands regalano buone suggestioni e intelligente è l'alternanza delle immagini di presente e passato, che rende il senso dell'influenza maligna della casa sul sempre più succube e confuso protagonista. Buono il cast. Herbert Lom è il più significativo, essendo Christopher Lee confinato in un ruolo di maniera."
(Rudy Salvagnini) [2]
La scala della follia: (da sinistra) Christopher Lee, Joan Collins, Herbert Lom e Robert Hardy
Visto censura [3]
In data 03/12/1974 La scala della follia ottiene nulla osta n. 65585, con divieto ai minori di anni 18, "motivato dall'intenso clima di suspence di cui è permeato il film, nonchè dalle sequenze di uccisione e fenomeni medianici, ritenuti disadatti per le esigenze di tutela dei minori."
Metri di pellicola: 2475 (circa 91' in proiezione cinematografica).
Una successiva revisione cinematografica, dell'11/07/1990, attribuisce nuovo v.c. (n. 85475) a seguito di microtagli per 55 metri di pellicola (2'), resi necessari per derubricare il film. Dal verbale allegato al nuovo nulla osta:
"Tenuto conto dei tagli apportati al film, che si ritengono sufficienti a rimuovere il predetto divieto per i minori degli anni 18, espresso ben sedici anni fa, (la commissione) esprime parere favorevole alla concessione del n.o. di proiezione in pubblico senza limiti di età."
Metri di pellicola: 2420 (circa 89' in proiezione cinematografica).
NOTE
[1] "Storia del cinema dell'orrore" vol. 2, tomo 1°, Fanucci editore, pag. 203.
[2] "Dizionario dei film horror", edizioni Corte del Fontego, pag. 625.
[3] Dal sito "Italia Taglia".
"L'ultima tentazione è il tradimento più grande: fare la cosa giusta per la ragione sbagliata."
(Thomas Stearns Eliot)
F.P. 25/09/2022 - Versione visionata in lingua italiana - DVD Mosaico (durata: 86'10")
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta