Regia di Carol Reed vedi scheda film
Pacchiana giostra rinascimentale per turisti della storia dell'arte. Il film fa lo stesso effetto di una riproduzione smaltata della città di Roma, carica di una teatralità retorica, pomposa e pesantemente didascalica. Questa copia hollywoodiana dell'ambiente del Cinquecento italiano è stucchevole e rigida come una statuetta-souvenir a buon mercato. La sceneggiatura srotola, in mezzo a fondali dipinti, armature di latta, finti stucchi e marmi di polistirolo, fiumi di una verbosità altisonante, a tratti stizzosa, e, in fondo, piuttosto grossolana, con un vistoso spreco di talenti recitativi in ruoli poco più che declamatori. Questa versione spettacolarizzata della storia, che la riduce ad un cerimoniale degno di una parata in costume, fa pensare all'ingenuità di chi crede di leggere, nelle opere pittoriche e poetiche di un'epoca, le immagini fotografiche del tempo e la trascrizione letterale del linguaggio della gente di allora. Un "bidone" in confezione de luxe.
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