Regia di Carol Reed vedi scheda film
Trattando la vita di Michelangelo, il film ne ricalca ottimamente la forma: la cura dei particolari, l'amore per il bello, le scenografie e lo sfarzo dei costumi che sembrano rievocare i colori della Cappella Sistina (sebbene durante il banchetto tiri un'aria da antica Roma più che da Roma rinascimentale). Per il resto, manca di sostanza. La dicotomia dell'artista, stretto tra il desiderio di condurre una vita normale e la "condanna" di essere un genio, c'è ma è solo accennata. Ed essendo il film tratto da una biografia romanzata, l'attendibilità storica non è da prendere come oro colato, specie in alcuni momenti dove è evidente la mano creativa di un romanziere (il Papa che nel mezzo del campo di battaglia si ferma per parlare d'arte con Michelangelo, l'eccessiva confidenza che intercorre tra i due, ecc.). Questi colpi di scena tentano di smuovere una sceneggiatura un po' statica e Charlton Heston era più adatto nei panni di Mosé. Malgrado tutto, però, resta un buon lavoro che si guarda fino alla fine. C'è anche Tomas Milian nella parte di Raffaello.
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