Regia di Carol Reed vedi scheda film
Magniloquente riduzione cinematografica dell'omonimo romanzo-fiume di Irving Stone, adattato dall'esperto Philip Dunne per la messinscena sontuosa allestita dal veterano Carol Reed: girato tra Umbria, Toscana e Lazio (con la Cappella Sistina ricreata negli studi di Cinecittà), Il tormento e l'estasi descrive con debole pathos drammaturgico e monolitiche movenze le schermaglie tra papa Giulio II (Rex Harrison) e Michelangelo Buonarroti, al quale era stato appena affidato l'incarico di affrescare la Cappella Sistina. Durante quattro anni ne seguiamo i tormentati lavori, tra crisi artistiche, aspri litigi e desideri di abbandonare l'impresa, fino alla riconciliazione conclusiva. Un'opera spettacolare ma profondamente irrisolta, di cui si scorge a fatica la mano, seppur stanca, del suo autore, interamente sviluppata sul dualismo tra i complessi caratteri dei due protagonisti e quasi esasperante nel suo pachidermico incedere, a cui neanche le squisitezze formali che la ammantano (la fotografia di Leon Shamroy, le musiche composte da Alex North, lo sfarzo di scene e costumi) riescono ad apportare un minimo di solidità e a destare dal torpore. Efficace il nutrito ed eterogeneo cast, trascinato dai duetti tra Charlton Heston e Rex Harrison (che nella realtà si disprezzavano reciprocamente), con Tomas Milian nei panni di Raffaello e, tra gli altri, Harry Andrews, Diane Cilento, Alberto Lupo e Adolfo Celi. Fu un fiasco clamoroso (otto milioni di dollari di perdite per la Fox).
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