Regia di Luchino Visconti vedi scheda film
La terra trema mette in evidenza, secondo me più che altri film del regista, la doppia matrice culturale di Visconti. Non a caso, André Bazin parlò, all'epoca, di riuscita commistione di realismo ed estetismo, i due poli tra i quali ha spesso oscillato, senza troppi compromessi, la cinematografia dell'Autore milanese. In altre opere, prevale l'uno o l'altro elemento, mentre qui coesistono armonicamente. L'impegno comunista e l'estetica dannunziana non sembrano ostacolarsi in un film che prende il soggetto dall'opera più bella del Verga. Solo che qui all'inesorabile destino verghiano si sostituiscono i grossisti del pesce, cui ci si può contrapporre, anche se soltanto unendo le forze di tutti i pescatori. Alla lotta contro il fato che schiacciava i Malavoglia, qui Visconti contrappone la lotta di classe. Non per niente, le riprese del film erano cominciate alla vigilia delle fondamentali elezioni politiche del 1948, il nobile milanese Visconti era passato attraverso l'esperienza resistenziale e, come sempre, non è un caso che dietro alla parete dell'ufficio dei grossisti si legga ancora nitido, in caratteri cubitali, il nome di MUSSOLINI.
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