Regia di Clyde Geronimi, Wilfred Jackson, Hamilton Luske vedi scheda film
"Alice nel paese delle meraviglie" è uno dei Disney più sfortunati, un film a cui lo stesso Walt teneva molto per la sua audacia e la sua carica di sperimentazione, ma che fu accolto freddamente dal pubblico e soprattutto dalla critica, nonché dai rappresentanti della cultura ufficiale britannica che lo considerarono un vistoso tradimento dei romanzi di Carroll, un fallimento a livello artistico. A mio parere il film merita invece una seria rivalutazione, si tratta di un lungometraggio animato diverso da tutti gli altri, un tentativo di trasposizione anarchica e surreale di una fonte letteraria forse intraducibile, ma di cui Disney dimostra di aver trovato una sorta di correlativo filmico, un cartone che procede per accumulo di brevi episodi e situazioni piuttosto slegate fra loro, ma dove la "follia" della pagina scritta viene restituita in maniera tutto sommato efficace. Non avendo letto i libri di Carroll, per me è molto difficile giudicare la riuscita del film nel confronto con essi; giudicandolo in maniera autonoma, si può comunque rilevare un'animazione spesso di livello eccellente, in particolare nell'ultimo capitolo che vede la partita a cricket con la regina, invenzioni figurative affascinanti e anche insolite nelle varie trasformazioni fisiche di Alice, negli incontri con lo Stregatto e il Cappellaio matto, qualche episodio che non si definirebbe proprio per bambini come quello del tricheco e delle ostriche, una inevitabile e forse ricercata discontinuità e frammentarietà di fondo che impedisce la piena ammirazione, ma rimane molto "carrolliana". Stringendo sul giudizio, mi sembra eccessivo arrivare al capolavoro come fanno i più entusiasti ammiratori, in risposta ai tanti che per decenni lo hanno denigrato e hanno causato un comprensibile dispiacere allo stesso Walt, ma rimane un'opera che è cresciuta nel tempo, che ha avuto il coraggio di sfidare le convenzioni del cinema animato di allora e ha anticipato alcune mode del futuro, in particolare l'idea stessa di "trip allucinogeno". Insomma un brillante rompicapo, come direbbe qualche critico contemporaneo.
Voto 8/10
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