Regia di Pappi Corsicato vedi scheda film
L'esordio di P. Corsicato nel lungometraggio è un oggetto strambo e divertente, originale nonostante gli influssi almodovariani palesi (il regista napoletano fu assistente in Légami). Corsicato assembla tre episodi dedicati a tre figure femminili (o meglio due e mezza, dato che nella finzione la seconda è un travestito), tre ambienti sociali e tre spaccati cittadini che sono insieme un unico posto costantemente in bilico tra progresso e degrado e nessun luogo. L'alienazione ha l'ultima parola anche negli interni, nelle case in cui si cercherebbe un rifugio accogliente e dove si vorrebbero cercare gli affetti.
Infatti Libera ha solo apparentemente un vitalità ironica e divertita, "libera" è sia il film che il terzo episodio già cortometraggio, è sia nome proprio della terza protagonista (I. Forte) che aggettivo di una condizione che si crede soltanto di riuscire a raggiungere. La sostanza più profonda e che si alterna però anche in superficie per alcuni attimi molto pregnanti è una solitudine costante, un disagio nascosto da futili ambizioni, sconfitte e disillusioni amare costantemente contrastate e insieme esaltate dal tono grottesco e irriverente della messinscena, dalle situazioni assurde in cui convivono melodramma, fotoromanzo, kitsch volutamente marcato negli oggetti e nelle canzoni napoletane, squallore e colori abbaglianti, scheletri nei muri e lusso pacchiano, amore e tradimenti.
Aurora, il primo episodio, è quello più drammatico in cui però c'è posto per un prete effeminato da antologia (E. Moscato) che canta Angeli negri durante un battesimo, ma a parer mio gli episodi più riusciti sono Carmela e Libera, dall'umorismo scoppiettante e imprevedibile in cui, come detto, il retrogusto amaro non è impedito. Nel secondo c'è spazio per una tenera sensualità omoerotica, un affetto familiare commovente e una specie di esilarante vendetta che avviene per mezzo di un tacco di scarpa (...), nel terzo una apparente rivalsa che darà come risultato una ulteriore distanza tra moglie e marito, ancora una volta col sorriso sulle labbra e la tristezza negli occhi. 7 1/2
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