Regia di Ermanno Olmi vedi scheda film
grande riflessione sul tema del lavoro che si mangia l'esistenza delle persone, sulle certezze materiali borghesi che vengono a crollare all'improvviso, quasi inspiegabilmente, sull'amarezza di un esistenza che si trascina malinconicamente verso le sue ultime ore. Il tutto avvolto in una fredda e nebbiosa atmosfera milanese e servito da attori misconosciuti ma perfetti
Uno dei nostri piu' grandi registi, vergognosamente snobbato dalla critica italiana. Forse perche' troppo religioso, troppo atipico, troppo fuori dal coro, troopo bravo insomma. In questo film non c'e' una caduta, una forzatura; tutto e' equilibrato, il ritmo e' perfetto, il sistema dei personaggi e' limpido e coerente. E il montaggio (vera chiave di lettura del film) e' sopraffino, perche' ci presenta la mente del protagonista, il suo tempo soggettvo, i flash della sua memoria e della sua coscienza. E tutto questo senza mai cadere nell'artificioso o nel pretenzioso.
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