Regia di Louis Malle vedi scheda film
L'ultimo film di Malle, reduce dal discreto successo del precedente Il danno (1992), è un commiato del regista, minato dalla malattia che lo stroncherà a soli 63 anni, dal mondo per cui e in cui egli ha vissuto: quello della recitazione e della rappresentazione, del cinema e del teatro. L'idea in sè è coraggiosissima: portare sul grande schermo un'opera teatrale (fra le più note di Cechov, tanto per aumentare l'ambizione) attraverso una prova dello spettacolo: quindi su un palco, ma di giorno, a sala vuota, con qualche luce in più e qualche costume di scena in meno (gli attori sono tutti vestiti come nella vita reale). Eppure, tralasciando qualsiasi commento sulle due ore di durata, è difficile ritenere riuscito questo esperimento: perchè se la scena è privata della componente esplicitamente teatrale - nessuna recitazione volutamente accentuata, la macchina da presa che vaga fra spazi dell'azione e personaggi -, comunque sia la cadenza lentissima con cui la narrazione procede e la scarsa resa cinematografica (perchè comunque sia stiamo pur sempre osservando delle prove teatrali) penalizzano senz'altro il film. Nulla da eccepire sul cast, nel quale spiccano Julianne Moore (fresca della partecipazione in America oggi di Altman), Wallace Shawn (già visto fra l'altro in Manhattan di Allen e La storia fantastica di Rob Reiner) e il comandante Lassard di Scuola di polizia, George Gaynes. Il testo originale di Cechov era stato rimaneggiato precedentemente da David Mamet e Andre Gregory proprio per la versione teatrale che funge da spunto a questo film, diretta qualche anno prima dallo stesso Malle. 5/10.
Una compagnia teatrale di New York mette in scena Zio Vanya di Cechov. Assistiamo a una prova.
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