Regia di Claude Sautet vedi scheda film
. . . . . voglio essere "cattivo" . . . . .
• La trama
Lo schivo liutaio Stephane incontra la violinista Camille, nuova compagna del suo socio-amico Maxime, ed è colpito dalla sua bellezza. Conduce un abile corteggiamento giocato sul detto-non detto, agito-non agito, con il dichiarato intento di sedurre la donna prevalendo così sul suo più vitale e intraprendente amico. Camille ne è sedotta, lo crede bloccato dalla timidezza, per cui è lei a dichiararsi apertamente. Stephane confessa di non essere coinvolto sentimentalmente e che per lui è stato solo un gioco. Lo ribadirà a un secondo tentativo della donna, che ne esce distrutta. Camille riuscirà poi a riprendersi accanto a Maxime.
• Dal buono al cattivo
Nei commenti, qui e altrove, c'è una netta prevalenza di persone "buone" che si sforzano di capire Stephane. Poverino: è bloccato, ha paura di amare, è - appunto - un cuore in inverno, più altre giustificazioni e comprensioni varie.
Può anche starci, lo so, ma io sono una persona "cattiva" e mi voglio togliere la soddisfazione di proporre un'altra interpretazione: Stephane è un anaffettivo e - considerato il suo rapporto con Maxime - è anche un emerito stronzo. Risultato "è uno stronzo anaffettivo"!
E con questo paletto "cattivo" messo molto più in là di quelli "buoni" ecco che lo spazio delle possibili interpretazioni si amplia non poco ;)
• Da non crederci
"Ho avuto un momento di grazia, ho suonato solo per te. Ho parlato a Maxime di noi, gli ho detto quello che ci sta succedendo. Io ti desidero."
"Camille non credo di poterti dare quello che tu cerchi."
"Lo cerchi anche tu e io te lo sto offrendo. Ti sei costruito attorno un muro alto ma io non ho paura. Sono qui per te. Guardami. Non puoi più vivere così, devi accettare che qualcosa cambi dentro di te."
"Ti sbagli, vuoi che ti dica che sono un'altra persona, ma non lo sono. È vero che ho pensato di sedurti, ma non per amore, per gioco, per fare un dispetto a Maxime. Tu non capisci. Parli di sentimenti che non provo, che non esistono. Io non ti amo."
• Tiè, beccati questa
"Non posso, non riesco, non posso accettarlo. Quando sei venuto a sentirmi suonare, quel tuo modo di guardarmi, non l'ho sognato. E tutto quello che ci siamo detti…"
"Ma non ci siamo detti nulla Camille."
"Come nulla? Non è possibile. Ma perché?"
"Te l'ho detto il perché."
"Ma se era un gioco dovevi andare fino in fondo. Dovevi scoparmi, saresti stato uno stronzo, ma rientrava nel gioco. Non hai fantasia né cuore né coglioni, - allunga una mano sotto il tavolo e lo fa sobbalzare, - non c'è niente qua sotto! Proprio niente!"
• Tirando le somme
Emmanuelle Béart è di una bellezza sconvolgente (quando si è rovinata il viso facendosi assurdamente rifare le labbra ho pianto) ed è anche brava. Daniel Auteuil, all'epoca suo compagno nella vita, è anaffettivo (e stronzo) il giusto. Bravi anche tutti i comprimari, ottima la conduzione e la fotografia.
Musica a piene mani oltre che molto molto bella. Solo Ravel: Trio per Piano Violino e Violoncello, Sonata per Violino e Violoncello, Sonata per Violino e Piano, interpretati da Jean-Jacques Kantorow (violino), Philippe Muller (violoncello) e Jacques Rouvier (pianoforte).
La Béart ha fatto pratica di violino per oltre un anno per poter mimare in modo credibile i movimenti da violinista.
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