Regia di Robert Wise vedi scheda film
Dagli aficionados dell'horror è considerato con stima uno dei migliori prodotti del genere degli anni Sessanta: come le produzioni Hammer viene dall'Inghilterra, ma se ne differenzia notevolmente, prima di tutto per l'uso di un suggestivo bianco e nero al posto dei marcatissimi colori della major che rilanciò i classici Universal, e anche per la scelta di una paura scaturita completamente dalle atmosfere e dalla regia, che si sostituisce ad effetti speciali e trucchi. La base classica di una nottata terribile passata in un luogo che cela cose malvage offre l'occasione ad un regista di valore come Robert Wise, altro nome che meriterebbe riconsiderazione, per realizzare un racconto gotico che in più di un passaggio sa insinuare nello spettatore un'inquietudine genuina, giocando con l'immaginazione dello stesso, per cui l'inquadratura della maniglia di una porta abbinata a suoni poco definiti tra cui è riconoscibile il pianto di un bambino è sufficiente a desiderare la visione con la luce accesa. I rapporti tra i personaggi, compresa l'ambiguità delle attenzioni della bella Lois Maxwell per la sventurata Claire Bloom sono ben elaborati, e il titolo italiano è sviante, visto che più di invasati si parla di un'infestazione, di una casa forse viva.
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