Regia di Robert Siodmak vedi scheda film
L'ultimo lavoro di Robert Siodmak è addirittura un film sulla guerra greco-gotica (535-553), la campagna militare intrapresa dall'imperatore romano d'oriente Giustiniano per togliere l'Italia di mano ai Goti, indeboliti dalla morte del grande re Teodorico.
Lo spettacolo non manca e il regista tedesco tenta di dare un'idea dell'intreccio tra campagne militari e intrighi politici che si tessevano all'epoca tra Costantinopoli, Ravenna e Roma. L'attendibilità storica non è proprio ferrea, ma neanche fantasiosa, casomai quello che desta qualche perplessità è la scelta di qualche interprete: Giustiniano, quanto meno nell'iconografia che ci è pervenuta, non somiglia per niente alla persona di Orson Welles, chiamato dalla produzione a dare corpo all'imperatore d'oriente. I Goti, poi, sono tutti biondi e belli e generalmente leali e poco inclini all'intrigo (salvo un iniziale scontro tra le due pretendenti Amalasunta e Amalafrida) e all'omicidio politico, contrariamente ai romani (il più perfido è Cetego) e ai bizantini, tra i quali primeggia per acume politico e, diremmo oggi, machiavellico, Narsete, descritto come un astutissimo nano eunuco.
Un altro difetto del film consiste nel mostrare una Roma che non ricorda nemmeno vagamente la città che era stata capitale dell'impero più vasto del mondo antico: le mura costruite nelle campagne della Romania (dove pare che il film sia stato girato) fanno somigliare la Città eterna più che altro alla Fortezza Bastiani di buzzatiana memoria.
Qui si dice che il film è del 1971, mentre su altri annuari, risulta del 1969: in ogni caso, siamo in epoca post liberazione sessuale e allora anche il vecchio Siodmak osa mostrare un paio delle sue attrici (Silva Koscina e Honor Blackman) in qualche fugace nudo.
Bisogna ammettere, comunque, che, a parte qualche mediocre intermezzo melodrammatico (la storia d'amore tra Totila e Giulia), la trama regge abbastanza bene e La calata dei barbari (che in realtà si erano già impadroniti dell'Italia da almeno una sessantina di anni) si risolve in un robusto e decente film d'intrattenimento storico.
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