Regia di Mel Brooks vedi scheda film
Mel Brooks, esperto di parodie, non si lascia sfuggire l'occasione prestatagli dalla recente uscita di un Robin Hood con Kevin Costner protagonista (1991, regia di Kevin Reynolds) per sbeffeggiare la leggenda del ladro gentiluomo. Qualche trovatina in chiave demenziale-intelligente, una propensione allo scardinamento della trama e allo sfondamento della quarta parete, citazioni cinematografiche a profusione, qualche accenno di musical: tutto ciò che Brooks sa fare, qui c'è. Eppure, forse proprio per questo suo sembrare un film 'alla Brooks', piuttosto che 'di Brooks', pare limitato, meno ispirato del solito. Cary Elwes è un accettabile protagonista (buono ma in effetti non eccezionale, insomma); il regista compare brevemente in veste di rabbino, in un paio di sequenze, e nel cast ci sono pure il fido compare Dom De Luise, il giovanissimo Dave Chappelle, Roger Rees, Isaac Hayes, Dick Van Patten, Tracey Ullman, Amy Yasbeck e, in un simpatico cameo, Patrick Stewart. Finale con autocitazione: "Uno sceriffo nero? In Mezzogiorno e mezzo di fuoco ha funzionato". Le risate a ogni modo non mancano, ma di esaltante c'è davvero poco, se si considera la statura dell'autore; sceneggiatura che condivide le firme di Brooks, Evan Chandler e J. David Shapiro. 6/10.
Robin Hood e i suoi allegri compagni della foresta lottano contro lo strapotere dello sceriffo di Rottingham, con astuzia, forza e anche un po' di fortuna. L'obiettivo è spodestare il principe Giovanni, usurpatore del trono di suo fratello Riccardo. Il premio aggiuntivo per Robin sarà l'amore della bella Marian.
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