Regia di Goffredo Alessandrini vedi scheda film
Storia dell'evangelizzazione dell'Etiopia da parte del cardinale Guglielmo Massaia, rinominato Abuna Messias in terra africana. Benvoluto dalla gente e amico di Menelicche, Massaia viene osteggiato dall'Abuna copto Atanasio, fino a doversene tornare in Italia.
Che Vendetta africana (o Abuna Messias) abbia vinto il primo premio al festival del cinema di Venezia, l'allora Coppa Mussolini, non sorprende per nulla: si tratta infatti di un film esplicitamente di propaganda, schierato in maniera netta e senza mezzi termini a favore del regime; ma alla visione l'opera risulta ben costruita sul piano narrativo e dal budget consistente (scene di massa, azione, riprese in terra d'Africa), nonchè dotata di una messa in scena accattivante come d'altronde è legittimo aspettarsi da un buon professonista quale Goffredo Alessandrini. A quest'ultimo è da attribuire anche la sceneggiatura, oltre che a Vittorio Cottafavi, Domenico Meccoli e Cesare Vico Lodovici; certo, la storia è piena di ingenuità e di elementi ideologicamente 'schierati' che colpiscono perfino di più del risoluto razzismo di fondo, ma inevitabilmente osservando una pellicola del genere va fatta una precisa contestualizzazione storica e sociale che, per quanto non giustifichi le sciocchezze, quantomeno dà loro un senso logico. In scena compaiono fra gli altri Camillo Pilotto, Enrico Glori, Mario Ferrari, Amedeo Trilli, Corrado Racca e Francesco Sala; la fotografia è di Aldo Tonti e il montaggio di Giovanni Simonelli, con una colonna sonora dell'autore di musica sacra Licinio Refice. 4/10.
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