Regia di Shinya Tsukamoto vedi scheda film
Fondendo espressionismo, surrealismo e astrattismo, come aveva fatto, 10 anni prima, il Lynch di “Eraserhead”, l’horror di Tsukamoto si presenta come un incubo tra i piu’ ossessivi e agghiaccianti della storia del cinema. Una sinfonia delle paranoie della societa’ post-industriale, che si avvicina a Cronenberg per la tematica: la mutazione della condizione presente (l’uomo) in cio’ che l’ha preceduta (la bestia) e in cio’ che la seguira’ (l’androide), ossia il binomio primitivismo-futurismo, regressione-progresso. Lo stile invece non ha nulla della calma e del rigore dei maestri occidentali: e’ un’ora senza respiro, senza soste, senza vuoti, che si avvale creativamente delle tecniche del videoclip e dell’estetica dello splatter. Film sadico, eccessivo, squilibrato, delirante, che a furia di sommergere lo spettatore con ripetuti shock, finisce per non shockare piu’, trasformando il tormento in estasi e il dolore in piacere. Straordinaria la colonna sonora.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta