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Akira

Regia di Katsuhiro Ôtomo vedi scheda film

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La recensione su Akira

di Antisistema
9 stelle

Akira (1988) di Kazuhiro Otomo, è considerato dalla critica e dal pubblico come uno dei più grandi film d'animazione di tutti i tempi. Tratto dal manga scritto dallo stesso Otomo, egli a fine anni 80' decise di fare una trasposizione filmica del suo fumetto, meytendo insieme 7-8 studi d'animazione e un budget impressionante per l'epoca; la qualità tecnica, la scelta dei colori, la cura maniacale dei dettagli e lo spessore dei temi filosofici e sociali affrontati parlano da soli. Insieme a Ghost in the Shell (1995) di Mamoru Oshii, quest'opera definisce i nuovi canoni del cyberpunk.
Le atmosfere sono caratterizzate da un forte degrado sociale, nonostante la scienza e la tecnica siano sviluppatissime. Questo ricorda il pensiero del filosofo Heidegger, secondo cui nell'età moderna si ha una crescita esponenziale della tecnologia e una regressione, o de-evoluzione, dell'uomo. Infatti è proprio la necessità di una evoluzione indotta dalla scienza nell'essere umano, regredito quasi allo stadio animale, uno dei temi principali della pellicola. Questo film è inoltre carico di post-modernismo e nichilismo, ed è stato anche una forte influenza per molti anime e film live action successivi.

 

scena

Akira (1988): scena


Nella città di Neo-Tokyo, alcune bande di violenti motociclisti si affrontano mediante spericolate corse clandestine. Il gruppo più potente di teppisti è capitanato da Kaneda, che fin dall'infanzia ha un rapporto contrastante con Tetsuo, il membro più giovane del gruppo. Tetsuo si sente un debole e considera Kaneda come una sorta di autorità paterna, che è necessario abbattere per definire la propria personalità. E' presente quindi un complesso di Edipo che disturba l'amicizia tra i due, rapporto che spesso, dal rispetto reciproco, sfocia nella conflittualità tipica della relazione padre-figlio.
Durante una corsa, i protagonisti si imbattono in un strano bambino con la faccia da vecchio, dotato di poteri esp ed evidentemente fuggito dal laboratorio in cui era usato come cavia. Lo scontro risulta traumatico e interviene subito l'esercito che riesce a recuperare il fuggitivo, attraverso l'utilizzo di un'altro strano bambino prodigio. A questo punto Kaneda viene mandato via e Tetsuo viene catturato e portato in un laboratorio, dove gli scienziati scopriranno che egli è in realtà un potente esper e, attraverso degli interventi chirurgici, "sbloccheranno" il suo potere. Se il protagonista Kaneda si può paragonare al corpo fisico, Tetsuo invece rappresenta senz'altro il dominio della mente sulla materia, essendo un personaggio faustiano e tormentato. 

Il tormento di Tetsuo è continuo; poiché dopo la sua fuga dal laboratorio, egli non riesce a controllare appieno i suoi devastanti poteri mentali, che producono scompensi enormi sia nel suo corpo che nella sua psiche. Gli obbiettivi di Tetsuo sono comunque la sconfitta di Kaneda e la distruzione della società che da sempre lo ha oppresso. 

 


Bisogna notare che questo film è stato tratto dall'omonimo manga, in cui gli eventi sono molto più completi e meno condensati. Tuttavia la sostanza è sempre la stessa e, personalmente, ho sempre preferito il finale del film, che risulta molto più potente di quello del manga. 
Non c'è dubbio sul fatto che l'evoluzione non sia automatica, ma molto dolorosa. Tetsuo infatti è come un'ameba a cui è stato impiantato un cervello umano; la sua è un'evoluzione forzata dalla scienza. Questo discorso, tipicamente cyberpunk, verrà accennato nel film e approfondito nel manga, opere in cui si andrà a toccare anche la questione del futuro del genere umano e del suo destino ultimo.

 

 

Nonostante i numerosi cambiamenti, alcuni dei quali irrisori e altri un po' meno, Akira resta molto fedele allo spirito e alle atmosfere urbano-fantascientifiche del manga, regalandoci in più animazioni spettacolari che hanno fatto scuola (con tanto di movimenti straordinariamente fluidi e corrispondenza dei dialoghi pre-registrati al labiale dei personaggi) e una colonna sonora a metà tra il tribale e il sintetico a cura di Shoji Yamashiro. È pur vero che Otomo fornisca pochissime spiegazioni su determinati risvolti narrativi, dando quindi molto spazio all'interpretazione dello spettatore, ma sono convinto che parte del fascino di quest'opera risieda anche in questo. Ad ogni modo, all'eventuale appassionato a digiuno di Akira suggerirei di rimediare dapprima guardando il film e, qualora volesse approfondire la sua conoscenza in merito, di dedicarsi alla lettura del manga soltanto in un secondo momento. Prima di concludere, consiglierei la visione in lingua originale con sottotitoli, giacché il doppiaggio italiano ufficiale stravolge parecchie battute rendendo incomprensibili diverse sequenze e modificando i comportamenti dei personaggi. Per fortuna qualche anno fa la Dynit ha editato il film in DVD e Blu-ray rendendolo fruibile anche in originale. In definitiva, Akira resta e rappresenta una delle maggiori pietre miliari dell'animazione e merita di essere visto e rivisto più volte. 

 

 

 

Film aggiunto alla playlist dei capolavori : //www.filmtv.it/playlist/703149/capolavori-di-una-vita-al-cinema-tracce-per-una-cineteca-for/#rfr:user-96297

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