Regia di Katsuhiro Ôtomo vedi scheda film
Akira è un film d'animazione giapponese del 1988 scritto e diretto da Katsuhiro Otomo (basato sull'omonimo manga dello stesso autore ma con uno sviluppo diverso).
L'opera è considerata unanimemente come il capolavoro assoluto di Otomo e grazie a tale progetto anche l'occidente ha scoperto il valore artistico degli anime prima considerati ,in maniera scellerata, puro intrattenimento.
Il film è rivolto ad un pubblico adulto e preparato [io stesso se non avessi letto la liena guida di Andera Fontana, probabilmente non sarei riuscito a godermelo in pieno lasciandomi alle spalle alcune sfumature fondamentali : (A. Fontana, La Bomba e L'Onda, Milano, Bietti editore,2013, pp. 87-93)]; l'opera presenta una narrazione complessa ma ben sviluppata dove si intusice subito l'intento primario del regista, ossia analizzare criticamente un determinato periodo della storia del proprio paese, il tutto unito da animazioni esemplari, incredibilmente fluiede in cui si contraddistinguono dettagliate e monumentali architetture (caratteristica tipica di Otomo).
Il film si apre con un'esplosione atomica (altra caratteristica tipica del regista) che segna l'inizio di una nuova guerra mondiale, a questo punto l'attenzione si sposta 31 anni dopo tale tragico avvenimento; l'esplosione è altamente simbolica poichè oltre a distruggere tutto subito, porta a devastanti conseguenze per il futuro: governi instabili incapaci di ricostruire un paese in rovina, facilmente sostituiti da regimi totalitari che porteranno la popolazione alla fame e disperazione.
Questo futuro distopico è chiaramente riconducibile al Giappone post-seconda guerra mondiale, nello specifico durante gli anni Sessanta, periodo di intense proteste: «Dentro di me Akira significa dopoguerra» K. Atomo.
Tra le altre critiche evidenti del regista troviamo l'attaco feroce alla strumentalizzazione della scienza da parte della classe politica e militare, le quali senza scrupoli la usano per azioni e progetti sciagurati che porteranno la società sull'orlo della distruzione.
Favoloso il finale che presenta una doppia metafora alquanto significativa, in cui è possibile scorgere un particolare messaggio del regista; una società corrotta che detiene il potere assoluto non può che portare il mondo sull'orlo della distruzione.
A questo punto vi rilevo una chicca, il protagonista Tetsuo inizialmente è turbato da alcune allucinazioni (causate dal "progetto Akira") che confondono realtà e illusione, anticipando una tematica cara ad un certo Satoshi Kon (allievo e pupillo di Atomo).
IO SONO TETSUO
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