Regia di Robert Aldrich vedi scheda film
L'atrocità della guerra usata per miseri scopi politici.Credo che ci siano parecchie analogie tra questo film di Aldrich e il quasi contemporaneo Orizzonti di gloria di Kubrick pur nella totale diversità dei due autori.Le storie che raccontano riecheggiano degli stessi valori anche se il film di Aldrich parla del ben più attuale scenario della Seconda Guerra Mondiale.Praticamente parla di una ferita ancora aperta e dolorosa,una piaga infetta ancora particolarmente vivida nel ricordo e sicuramente non mette in buona luce il lavoro dell'esercito americano.La storia è quella della contrapposizione tra un capitano pusillanime messo a comando di un plotone solo perchè figlio di un importante uomo politico(gli interessano molto più le serate passate a giocare a carte con gli altri ufficiali e il whisky di buona marca custodito gelosamente) e di un tenente,uomo particolarmente incline all'azione con un alto grado di considerazione dei valori di lealtà verso i commilitoni,coraggio e fedeltà verso la patria.Tutto l'opposto del suo ufficiale superiore.E quando il capitano sceglie codardamente di abbandonare praticamente nelle mani del nemico lui e i suoi pochi uomini rimasti anche la parte restante de gruppo di militari ai suoi ordini si accorge della vigliaccheria del capitano.Il tenente riesce ad arrivare nel seminterrato dove gli altri sono nascosti,morente(Un soldato lo guarda e afferma"non credevo che un uomo potesse avere tanto sangue") cerca lo stesso di vendicarsi ma poi sarà l'altro ufficiale a fare giustizia secondo i propri principi.Il film di Aldrich è duro,pragmatico riesce a costruire personaggi ben delineati e recitati benissimo dagli attori.Impossibile dimenticare lo sguardo di Jack Palance,la sua maschera quasi a ricordare L'urlo di Munch o la sottile perfidia di Eddie Albert.Impossibile dimenticare la selvaggia contrapposizione tra i due,la loro antitetica concezione di guerra.Alla fine,come in Kubrick ,la guerra che si combatte contro il nemico è la guerra meno importante.Quella che viene analizzata è la guerra che si combatte nelle stesse file,in quella che dovrebbe essere una parte unica conglomerata attorno a un ideale di liberazione dal nazifascismo.Anzi sembra molto più pericolosa la guerra interna che quella combattuta contro quello che dovrebbe essere il nemico.Non viene nascosta l'ipocrisia delle alte sfere(vedi il personaggio del colonnello interpretato da Lee Marvin),il ruolo infame della politica che regola anche le leggi della guerra facendo sacrificare vite che potrebbero essere risparmiate.Aldrich ci regala un film irruento come il suo autore,pesantemente a tesi ma la cui tesi non fagocita l'essenza cinematografica dell'opera,forse caso più unico che raro....
non male
grande prova di sottile vigliaccheria
una volta tanto nella parte di chi sta alle regole
una delle sue prove migliori.Indimenticabile.
regia irruenta ,sanguigna ,nel suo stile
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