Regia di Robert Aldrich vedi scheda film
Se "Orizzonti di gloria" conobbe l'ostracismo censorio della Francia, che lo proibì sul suo territorio per diciott'anni, ricordando che la guerra non ha pietà, e che non sempre far parte dell'esercito che vince significa essere quelli buoni, anche Aldrich, con "Prima linea" , a soli dieci anni dalla fine del secondo conflitto mondiale girò un film duro, semplice ma efficace, una pugnalata al petto :in una fase critica per gli Alleati come lo scontro sulle Ardenne, una battaglia interna ad un plotone tra un capitano inaffidabile e vigliacco e un tenente duro e coraggioso, con tragico regolamento finale dei conti. E' un film di guerra che non cerca di essere pacifista, ma che sbalordisce ancora oggi per il coraggio con cui tratteggia la crudezza della battaglia, la bestialità degli uomini, la paura della morte sul campo e il cinismo come metodo di sopravvivenza: e, da notare per finezza di scrittura e sapida resa sulla scena, l'umanità con cui si evidenzia il lato vulnerabile dell'eppur odioso Eddie Albert, e lo sguardo di Jack Palance dal foro nel muro , misto di dolore, spavento e furore. Un lungometraggio attualissimo, scritto con abilità per come gestisce il ritmo del racconto, film d'azione che arriva a farsi tragedia classica con scarna decisione: un duello anche d'attori straordinario, con un Palance perfetto in un ruolo da demone della trincea e angelo vendicatore, ma compagno d'arme capace di gesti sconsiderati ed eroici per i commilitoni.
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