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La fine del mondo

Regia di Ranald MacDougall vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La fine del mondo

di axe
7 stelle

Ralph, uomo di colore, è un operaio specializzato al lavoro all'interno di una miniera. A causa di un crollo rimane prigioniero nel sottosuolo; dopo cinque giorni, non essendo ancora stato soccorso, riesce a liberarsi da sè. Rimane stupito nel vedere come l'area mineraria sia deserta; attonito e scolvolto nel constatare come non vi sia più nessuno, uomo o animale, non solo nella sua cittadina ma anche nell'immensa New York, poco distante. Dopo aver appreso che la sparizione delle persone, spinte ad una fuga disordinata, è stata causata dall'uso di armi nucleare, prende possesso di un grande appartamento. La sua solitudine è interrotta dall'incontro con Sarah, un'altra superstite dimorante poco lontano. Sarah vorrebbe stabilirsi da lui, ma l'uomo rifiuta, preferendo concentrarsi sulla salvaguardia di libri pregiati e ricerca tramite radio di altri uomini. La routine è interrotta dall'arrivo in porto di un battello con un solo occupante, Benson, uomo di mezza età, che immediatamente percepisce Ralph come un rivale. Lo scontro tra i due, pertanto, diventa inevitabile. Il regista Ranald MacDougall utilizza luoghi comuni del genere catastrofico per tratteggiare un particolare contesto entro il quale tre personaggi ben caratterizzati interagiscono tra loro. Nessuno dei tre sembra essere in grado di superare completamente gli schemi di pensiero che li identificavano nella società pre-esistente. Ralph è un uomo di colore; valuta ciò come un ostacolo nel poter intraprendere un sano e sincero rapporto sentimentale con Sarah, bianca e, apparentemente, di buone origini. Pertanto, applicando una sorta di razzismo di ritorno, benchè innamorato di lei, la tiene a distanza. Dettagli che ben comprende Benson, il quale, dopo essersi "gettato" sulla donna, senza preoccuparsi ne' del suo consenso, ne' di corteggiarla - ritenendo ciò perdita di un tempo che egli, essendo un uomo non più giovanissimo, non possiede più - percepisce Ralph come un oscuro agente in grado di intralciare la relazione che egli progetta. Sarah dimostra di essere la persona più matura; innamorata di Ralph, ma respinta da questi, non disdegna le insidiose attenzioni di Benson, forse anche per stuzzicare l'uomo di colore. La situazione di stallo che si crea, dopo le ultime, concitate sequenze, è sciolta in un epilogo che vede i tre riconciliarsi, prendendo coscienza dell'assurdità, nel nuovo ordne delle cose, dei loro atteggiamenti. E' pertanto l'"inizio" di una nuova era. Bravi i tre (unici) attori; in particolare Harry Belafonte. Molto evocativa la ricostruzione della città di New York abbandonata; l'aspetto "catastrofico" è però inverosimile. La guerra nucleare "globale" e la nube tossica che avrebbe spazzato via quasi ogni forma di vita animale - minacciando seriamente anche quella vegetale - è un escamotage poco credibile. Nelle vie deserte non è visibile alcun cadavere, ne' carcassa. Su questa premessa il regista costruisce un film, tuttavia, avvincente ed interessante. Al racconto dell'appassionante confronto psicologico tra i tre personaggi, si aggiunge la valenza di denunzia sociale, di cui possiamo immaginare la portata, in rapporto all'anno di realizzazione dell'opera, un 1959 nel quale, negli U.S.A., la segregazione razziale era ancora feroce.

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