Regia di Robert Mulligan vedi scheda film
Robert Mulligan fa parte di quella categoria di registi sottovalutati ed il suo 'Love with the Proper Stranger' (praticamente 'Amore con un perfetto sconosciuto'), tradotto malamente con 'Strano incontro' dal solito 'illuminato' ed anonimo titolista, va di pari passo con le alterne fortune critiche del suo autore: mentre il Mereghetti lo liquida con due misere stellette e il giudizio di filmtv (ma sarebbe interessante sapere a quale dei tanti critici appartiene) lo ritiene un 'drammino sentimentale urbano con un'ottima coppia d'attori, diretta da un tranquillo specialista' a dargli il giusto peso ci pensa il Morandini con tre stelle su cinque.
Il film è una commedia con dei momenti di dramma ben dosati da Mulligan, grazie anche al preciso script di Arnold Schulman, che tratta una 'faticosa' storia d'amore tra Angie e Rocky, ragazzi italoamericani, commessa da Macy lei e musicista lui, avente come sfondo le strade di New York fotograte da un sapiente bianco e nero di Milton Krasner.
Un tema scottante toccato dalla storia è l'aborto, argomento finalmente sdoganato dal cinema mainstream: penso che il merito vada anche al fatto che il co-produttore del film, assieme al regista, è Alan J. Pakula, futuro regista di lì a pochi anni di pellicole epocali e scomode ('Klute', 'Tutti gli uomini del presidente').
Un altro punto a favore del cineasta newyorchese è l'ottimo risultato ottenuto dai due protagonisti: Natalie Wood e Steve McQueen - presi per mano dal regista, il quale gli regala più volte degli intensi primi piani pregni di significati senza che gli attori proferiscano verbo, facendo ricorso ad eloquenti giochi di sguardi - offrono due prove memorabili e costruiscono un'alchimia perfetta tra di loro.
La Wood, con una recitazione più temperamentale, viene premiata dalla terza (ed ultima) nomination agli Oscar della sua vita, mentre 'The King of Cool', con una prova basata su una gestualità e delle movenze più controllate, aggiunge un altro tassello ad una galleria di personaggi memorabili che hanno costellato la sua purtroppo non lunga carriera. Strano a dirsi, è la prima volta che lo vedo recitare in originale e la sua voce, dal timbro nasale e dalla parlata veloce, mi ha colpito in positivo.
Un unico neo della pellicola, a mio avviso, va ravvisato nella ricostruzione semplicistica del microcosmo di origine italiana, formato dai personaggi di contorno della storia: non oso pensare come, nella versione italiana, la loro parlata, in cui l'inglese si alterna continuamente all'italiano, sia stata resa.
Voto: 7/8 (visto in v.o.)
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