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La stirpe dei dannati

Regia di Anton Leader vedi scheda film

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La recensione su La stirpe dei dannati

di Baliverna
8 stelle

E' un interessante film, e il fatto che sia ispirato al precedente “Il villaggio dei dannati” non toglie niente della sua originalità, visto che ha molto da dire e tocca tutta una serie di temi che non sono copiati dall'altra pellicola. La storia è narrata con una buona tensione drammatica, e trasmette allo spettatore orrore e inquietudine nei confronti di quei bambini, che poi bambini non sono. Infatti manca loro la caratteristica principale che permetterebbe di definirli tali, cioè l'umanità. Non hanno bontà né senso del bene e del male, e non sanno cosa siano la pietà e i sentimenti. Inoltre eliminano a sangue freddo tutti coloro che li ostacolano nei loro disegni (quali sono di preciso? Non si sa...). Ovviamente i loro poteri suscitano le brame dei governi e dei vertici militari di tutti il mondo, sempre alla ricerca di mezzi per essere più potenti e soggiogare le altre nazioni, ed è un bene che nessuno riesca a mettere i bambini a suo servizio. E' interessante notare la contrapposizione di vedute e di intenzioni dei due protagonisti. L'uno si lascia incantare dal loro aspetto esteriore e dalla loro presunta innocenza, l'altro ne intuisce la malvagità e la pericolosità, e opta per la loro eliminazione.
Il film riflette anche su temi come la teoria dell'evoluzionismo e il fenomeno delle chiese che si svuotano, ed è forse ravvisabile nell'opera una specie di rammarico o tristezza nei confronti della perdita della fede cristiana, la quale è causata anche in parte anche dall'evoluzionismo. Il discorso viene portato avanti per accenni, senza peraltro che il regista prenda esplicitamente posizione sulle teorie evolutive, o tenti una soluzione del conflitto fede-evoluzionismo. Se vogliamo spingerci oltre, forse il film vuol far riflettere anche sulla perdita dell'innocenza da parte dei bambini nella società moderna, sulla loro prepotenza verso gli adulti, e sull'incapacità di questi ultimi di imporsi su di loro. Ma è solo una mia ipotesi personale.

Quei “bambini” fanno paura proprio per la loro mancanza di umanità, e l'arma sonora che escogitano facendo suonare all'impazzata l'organo della chiesa, oltre che essere molto sgradevole, li rende secondo me persino odiosi.

Il film è girato in bel bianco e nero ed è molto coinvolgente, sì da rendere immeritato l'oblio in cui è caduto. E' un'opera da vedere e da meditare.

 

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