Regia di Anton Leader vedi scheda film
"La stirpe dei dannati" (Children of the damned, 1963) è un film del poco conosciuto Anton M. Leader: horror-fantascientifico che propone tensione a 'gogò' e metafore (fanta)politiche poco nascoste.
Un bambino che vive in Inghileterra, Paul (Clive Powell) ha capacità intelletive fuori dalla norma e il suo mondo è fuori da ogni 'logica umana'. Viene cercata il posto dove è nato e la mamma da parte di uno psicologo e altri 'insigni': una donna 'inferocita' col figlio e poco propensa all'aiuto. Paul ha uno sguardo di ghiaccio e allucinato; sua madre non sopporta la sua anormalità e gli manifesta un "ti odio" con veemenza.
Vengono scoperti altri cinque bambini con capacità 'sovraumane': tutti e sei si ritrovano a Londra per un confronto 'scientifico'. Ben presto i sei si ritrovano dietro anche servizi segreti ed esercito per poter essere sfruttati contro il 'nemico'. La guerra da combattere è simbologia umana ma anche questi esseri sovrastano la guerra di armi con 'eventi psichici' furi dalla storia. Il dottor Gruber (Martin Miller) riconosce che hanno 'cellule umane avanzate di un milione di anni'.
I bambini si spaventano al tutto e si rinchiudono in una chiesa abbandonata con l'aiuto di Susan Eliot (Barbara Ferris). L'unico vero intermediario è lo psicologo colonnello Tom Llewellyn (Ian Hendry) che capisce le loro enormi capacità e la possibile distruzione del genere umano (e non solo). L'assalto finale alla chiesa da parte delle forze dell'esercito è solo il modo (almeno sembra) per fermare tutto. Ma il colonnello fa capire molte cose a persone poco avvedute..; ma l'errore umano è dietro ad ogni segnale e cervello e una piccola scintilla 'rovina' il tutto. I bambini e la loro morte (ma poi perchè...e se i vivi sono morti e i ....morti risulteranno vivi..).
Film inverosimile e inquietante, onirico e orrorifico: una storia che riempie il cervello e ne fa uscire una diaspora 'disastro'. Una corsa allucinantre dentro la psiche umana con effetti, inquadrature e sonoro fortemente efficaci. Un bianco e nero spalmato come un virus sulla città notturna e sulle paure moderne. L'uomo e la sua guerra, una costruzione con meccanismi lancinanti. Gli occhi dei bambini sono fuori dall'orbita dell'età in gioco: tetri e terrificanti. Il livello di paura è forte e l'inconscio ne assorbe la superficie.
Un film che legge e anticipa molti temi politici (guerra fredda, guerra nucleare e chi sa...quale)...: un terrore è il terrore di un mondo sfinito e finito.
Pellicola di 'spessore' e da valutare come 'classico' del genere (se così è da chiamare).
Di rilievo le interpretazione dei bambini (spaventosamente bravi).
Voto 8+ (un b-movie di eccellenza).
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