Regia di Alberto Lattuada vedi scheda film
Il film di Lattuada è un film su un'anima lacerata:da una parte l'amore che ritorna dal passato con tutto il suo impeto e che mette in crisi la vocazione religiosa e la missione di aiutare gli ammalati una volta chiusa traumaticamente la sua storia sentimentale.Dall'altra la consapevolezza dell'importanza del presente,l'importanza del proprio lavoro in favore della vita.Suor Anna nel suo passato è stata al centro di un infuocato triangolo:lei cantante di night(in cui lavora anche una giovanissima Sofia Loren) è al centro delle attenzioni di un uomo gentile e premuroso e di un attaccabrighe che la domina.Lo scontro è inevitabile e anche il trauma che ne consegue.Il triangolo è lo stesso del precedente Riso Amaro.Ma se nel film di De Sanctis il neorealismo era superato da una messa in scena patinata che non esitava a richiamare le logiche del noir americano(compreso un certo gusto grandguignolesco),il film di Lattuada si distingue per tutta una serie di sequenze che si ancorano con forza al neorealismo(quelle dell'ospedale hanno quasi un taglio documentaristico seppur con una fotografia molto curata e luminosa),mentre le sequenze della storia passata di Anna sono messe in scena con stile più patinato,artificioso,a metà tra il film di De Sanctis e un melò di Matarazzo,con la Sanson e Nazzari.La struttura del film è piuttosto elaborata con tutta una serie di flashback ad incastro che si rivelano assai funzionali alla narrazione.E anche questo la dice lunga sukl distacco evidente dallo stile neorealista che allora stava quasi esaurendo la sua spinta propulsiva.Matarazziano il finale con lei che è combattuta fino all'ultimo se tornare dal suo amante o restare nel suo reparto ospedaliero.E il dubbio rimane:la sua scelta è ponderata o frutto della casualità?Curioso sentire Vittorio Gassman doppiato...ma allora si usava così....
regia di spessore
brava
da ricordare
ancora un rimarchevole villain
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