Regia di Alberto Lattuada vedi scheda film
Nel passato di suor Anna, solerte infermiera d’ospedale in attesa di prendere i voti, c’era una vita da cantante di night, una sordida relazione con un cameriere e l’amore onesto di un agricoltore che voleva sposarla: un passato che riemerge quando quest’ultimo viene ricoverato, innescando il meccanismo dei flashback e costringendo la donna a fare una scelta. Torna il triangolo di Riso amaro, con i due personaggi maschili un po’ monocordi e con la Mangano che fornisce un’interpretazione sofferta. All’inizio viene dato spazio alla vita di ospedale, con scenette bozzettistiche e con la preminenza della figura rassicurante del primario; il resto è un vibrante melodramma alla Matarazzo (ma L’angelo bianco, che racconta un’analoga vicenda di sublimazione dei sentimenti, è di tre anni successivo). Personalmente avrei trovato più giusto un finale diverso; quello scelto ha comunque il pregio del rigore. È bizzarro che un film simile venga ricordato (vedi Caro diario) soprattutto per un numero musicale che non c’entra nulla con il resto.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta