Regia di Luigi Comencini vedi scheda film
L'arciprete Fernando Rey ha l'occhio clinico, nell'individuare in un lunatico vagabondo cui offre un passaggio interessato sull'autostrada una possibile incarnazione odierna di Gesù. Peccato che poi sfrutti l'intuizione a biechi scopi commerciali, per promuovere una vita di Gesù a dispense da vendere nelle edicole. E, dopo una serie di vicende che catapultano il candido (anche in senso volterriano) protagonista nei problemi quotidiani dell'Italia all'inizio degli anni Ottanta (il terrorismo, la droga, la prostituzione, il degrado delle periferie urbane), i preti decidono che è meglio chiudere di nuovo questo innocente in una struttura di cura, non proprio in Svizzera (da dov'era venuto), ma quasi, vicino a Varese. E forse rinchiudono in manicomio questa plausibile nuova personificazione di Gesù ai nostri giorni, inconsapevolmente capace perfino di operare il miracolo.
Questo di Comencini è un film che affronta tematiche difficili in maniera non becera, quasi gentile, con un protagonista che dimostra un candore francescano, ben diverso dal masaniello arruffapopoli in cui si sarebbe trasformato parecchi anni più tardi. Questo sì, degno della pace e della tranquillità di una struttura nei pressi della Svizzera. 6½
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