Regia di Yuri Mamin vedi scheda film
La parigina Nicole (Agnes Soral) diventa vittima di irruzioni domestiche stravaganti da parte di un gruppo di coinquilini russi. Esasperata dalla situazione, Nicole prima chiama la polizia e poi, vista l'inefficacia dell'operazione, si lancia all'inseguimento dei russi. E si ritrova, incredibilmente, a Leningrado. La chiave della favola sta infatti nella porta di una casa dell'odierna San Pietroburgo che, una volta varcata, conduce magicamente a Parigi. Nella Russia Nicole - dopo varie disavventure - finisce in carcere e viene salvata dal professore di musica russo Tchijcov (Donstov), che la fa passare per Edit Piaf. Quando, proseguite le escursioni in territorio francese, i russi troveranno la porta murata, non potranno fare di meglio che ritornare a casa in aereo. Storia originale anche se a tratti stereotipata nella scelta dei personaggi, scritta dal regista con Arkadi Tigai, Insalata russa mescola i fratelli Grimm con il grottesco, la stramberia sovietica col pragmatismo snob francese, con un'aggiunta di utopia ed orgoglio patriottico, ottenendo una portata gradevolissima dal retrogusto amarognolo, condita "degli sberleffi ormai d'obbligo all'Internazionale e ai dittatori di ieri" (Kezich). A pellicola finita, a risate sopite, rimane l'amarezza per quei sovietici così simpatici, fannulloni e chiassosi che - dopo comunismo, perestroika e sconquasso economico - vorrebbero trovare la loro terra promessa abbattendo il muro altissimo dell'inquadratura finale.
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