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Il figlio della Pantera Rosa

Regia di Blake Edwards vedi scheda film

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La recensione su Il figlio della Pantera Rosa

di trebby
8 stelle

Nell'ormai remoto 1992 il regista Blake Edwards tenta di riportare sul grande schermo il suo cavallo di battaglia più famoso: la pantera rosa. La saga del goffo ed imbranato ispettore Closeau sembrava morta con il compianto Peter Seller vittima di un attacco di cuore a soli 55 anni nell'estate di 40 anni fa; tuttavia il geniale regista americano riporta in vita la saga con una geniale intuizione: portare sul grande schermo il figlio dell'ispettore Closeau tale Jacques Cambrelli nato dalla fugace relazione tra l'imbranato ispettore transalpino ed una donna italiana interpretata da Claudia Cardinale. Il figlio di Closeau viene interpretato dall'immenso comico toscano Roberto Benigni che già all'epoca quattro anni prima di girare ''la vita è bella'' era molto popolare tra il pubblico americano. Il risultato è che il fenomenale comico toscano rende strepitosa una pellicola con una trama esile ed un pò confusa. Da notare che le ambientazioni sono le stesse del capitolo della saga girato 18 anni prima e cioè ''la pantera rosa colpisce ancora'', il glamour esotico e cosmopolita degli anni 70 così torna di moda negli anni 90, Nizza, la costa azzurra ed il medio oriente ritornano in questo capitolo anni 90. Le gag sono assolutamente esilaranti e Benigni regge benissimo il confronto con un mostro sacro come Peter Seller. Per il ruolo alla fine interpretato da Benigni furono presi inizialmente in considerazione Gerard Depardieu che sicuramente se la sarebbe cavata molto bene ma forse è un pò troppo bello ed affascinante per interpretare un mezzo antieroe, oppure Rowan Atkinson forse un pò troppo legato allo stereotipo dell'europeo ''anglo-tedesco'' sciatto, trasandato, freddo ed antipatico per interpretare il ruolo di un personaggio legato allo stereotipo dell'europeo latino e mediterraneo vivace, scoppiettante ed esuberante. Certo Peter Seller era inglese, tuttavia mr Bean assomiglia troppo allo stereotipo del turista inglese, tedesco, belga o olandese in viaggio in Italia che indossa calzini ed infradito in spiaggia. Sicuramente la scelta di Benigni è stata più che giusta, ottima anche la scelta del regista di omaggiare la cultura italiana con un Jacques Cambrelli/Closeau che canta il ''barbiere di Siviglia'' di Rossini e recita le poesie di Leopardi, la musica lirica italiana e la letteratura. Alla fine Closeau figlio è un imbranato dai gusti raffinati, un nerd ante litteram. Il regista in alcune scene si comporta come un altro toscano Giovanni Boccaccio licenzioso ma mai volgare, sopratutto nella scena in cui Cambrelli si ritrova in cella con la principessa con la quale arriva quasi a mimare un amplesso. Scena scabrosa ma diretta bene senza cadere nel volgare. Voto 7 e mezzo.

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