Regia di Sofia Coppola vedi scheda film
Virginia, 1864. Manca un anno alla fine della guerra di secessione. Una ragazzina trova il moribondo caporale McBurney (Farrell), un soldato nordista, in mezzo al bosco. Avverte la direttrice (Kidman) del collegio femminile della confederazione alla quale appartiene, la quale decide di curare il soldato per poi lasciarlo al suo destino. Nel gineceo l'arrivo del nuovo oggetto del desiderio scatena un gioco di passioni e rivalità tra donne, portando lo scompiglio nella quiete fittizia della scuola.
Tratto dal romanzo del 1966 di Thomas Cullinan, da cui Don Siegel aveva ricavato un capolavoro come La notte brava del soldato Jonathan, con Clint Eastwood nel ruolo di protagonista, il film di Sofia Coppola richiama inevitabili confronti con la realizzazione del maestro americano. Nonostante il premio alla regia ricevuto a Cannes, il paragone è schiacciante a suo sfavore: alle atmosfere cariche di eros del film di Siegel, peraltro curatissime nelle scene madri, L'inganno risponde con un copione impaginato con indubbia eleganza, ma trafelato, algido, estetizzante, spogliato quasi completamente dal palpito che animava ogni sequenza del suo antesignano, arrivando ad essere addirittura censorio. E se nel film di Siegel il carisma e l'ambiguità del personaggio di Eastwood garantivano l'equidistanza dello spettatore dalle capacità manipolatorie di McBurney e dalla crudeltà delle collegiali, in quello della Coppola assistiamo a una parabola femminista paradossalmente carica di misoginia, tanto la bilancia drammaturgica viene spostata sulla seduzione di una sbiaditissima figura maschile come unica strategia possibile di sopravvivenza, a fronte dei prudori di femmine disposte al massacro.
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