Regia di Sofia Coppola vedi scheda film
Cosa succede quando gli uomini sono tutti in guerra e le donne sono indifese e in competizione tra loro per un soldato nemico di cui non sanno niente?
C'è una scena, nella prima mezz'ora del film, in cui John, steso nel letto con la gamba fasciata, ride da solo. Ride perché si è lasciato alle spalle l'orribile guerra civile in cui combatteva per soldi. Ride perché è stato molto fortunato a sopravvivere a quella brutta ferita. Ride perché non poteva andargli meglio, visto che siamo in Virginia e lui è un soldato nordista, e nonostante questo Miss Martha, per carità cristiana, lo ha accolto e curato nel suo collegio femminile.
John è l'unico uomo nella casa e in pochissimo tempo ha attirato la curiosità di tutte le sue abitanti. Dalle giovanissime studentesse alla loro timida insegnante, Miss Edwina, candide e ben educate fanciulle si contendono le sue attenzioni e anche Miss Martha, che inizialmente era ostile nei suoi confronti, cede pian piano al fascino del soldato.
Ma cosa succede quando gli uomini sono tutti in guerra e le donne sono indifese e in competizione tra loro per un soldato nemico di cui non sanno niente?
Succede che le donne scoprono di non essere poi così indifese.
E John smetterà di ridere.
Tratto dal romanzo A painted Devil di Thomas P. Cullinan, a cui già nel 1971 Don Siegel si ispirò per La notte brava del soldato Jonathan, interpretato da Clint Eastwood, L'inganno riporta Sofia Coppola alle tematiche del suo film d'esordio, Il giardino delle vergini suicide, ma stavolta la regia è più matura l'autrice più sicura su quale sia il suo obiettivo. Le epoche e le situazioni sono diverse, ma poco importa: in entrambi i film un gruppo di donne, di diversa età e indole, si muove in “cattività” e ognuna delle sue componenti è in costante lotta interiore, divisa tra imposizioni sociali e religiose e i propri desideri. Le protagoniste sono intrappolate nel loro ruolo prestabilito e frustrate dall'incapacità di uscirne fuori, e le loro vicende si fanno sempre più cupe e tese, finché non intraprenderanno l'unica strada che sembra possibile: affermare loro stesse attraverso un atto di violenza.
L'inganno è un raffinato thriller psicologico, un gioco di potere che man mano si fa sempre più duro: Sofia Coppola riprende le atmosfere southern gothic del romanzo e le trasporta sullo schermo attraverso la curatissima e misurata regia (davvero meritato il Prix de la mise en scène al Festival di Cannes) e la splendida fotografia di Philippe Le Sourd, che opta per l'illuminazione naturale delle candele per le scene notturne e una luce fioca, smorzata, per quelle diurne.
Azzeccata la scelta del cast, con Nicole Kidman nel ruolo di Miss Martha, bravissima nell'interpretare le sfumature di una donna severa e ferma nelle sue convinzioni, che vede però vacillare al cospetto di John, un Colin Farrell mascolino e piacione, che usa il proprio fascino senza mai esagerare. Dopo Il giardino delle vergini suicide e Marie Antoinette, Sofia Coppola torna a lavorare con Kirsten Durnst, che con qualche chilo in più è ancora più convincente nel ruolo della dimessa e ingenua Edwina, mentre tra le studentesse spicca Elle Fanning che presta i suoi tratti loliteschi al personaggio della conturbante e sfacciata Alicia.
E' un cinema minimalista, quello di Sofia Coppola, fatto di dettagli e parole non dette (o dette e non comprese dallo spettatore, come nello splendido finale di Lost in Translation), di sguardi e gesti, ma forse in quest'ultimo lavoro valeva la pena soffermarsi un po' di più sul gioco di seduzione e sulla tensione che si crea all'interno del gruppo: la regista fa un lavoro di sottrazione, ma a volte si fa prendere la mano e allora tocca allo spettatore il compito di riempire i vuoti.
Il risultato è comunque un ottimo film, in pieno stile Coppola (figlia), una pellicola femminista ma di un femminismo strambo, storto, in cui le donne superano l'uomo in forza, astuzia, ma soprattutto in crudeltà.
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