Regia di Sofia Coppola vedi scheda film
La Coppola va avanti con il suo bravo compitino, portando a termine un film fin troppo patinato affidandosi del tutto nelle mani sapienti di Nicole Kidman, vera star del suo film, dove indubbiamente Elle Fanning si distingue bene ma Colin Farrell perde alla distanza senza ombra di dubbio il raffronto con il mitico fuorilegge chiamato Clint.
IL PRIMA.
Non ricordo bene l’originale di Don Siegel La notte brava del soldato Jonathan che non vedo da anni, ammesso che sia davvero un remake, quindi per adesso eviterò ogni raffronto, ma dall’ultimo film di Sofia Coppola in verità mi aspettavo di più. A mio parere si nota bene una maggiore e ovvia maturità nella regia, caratterizzata da un’ottima direzione, come una grande regista ormai affermata, segno appunto di evoluzione positiva. In più una eccellente fotografia con colori ben ricercati e con le scene notturne in cui domina la luce delle candele che contribuisce alla ricreazione dell’atmosfera giusta dei tempi della Guerra di Secessione. Bellissimi abiti, sette donne in ottima forma e un uomo ben adatto al ruolo affidatogli.
Chi emerge su tutti però è la sempre eccellente Nicole Kidman, la quale ha sempre avuto nella sua lunga carriera la grandissima dote di saper adeguare “la faccia giusta” a seconda dei personaggi da interpretare: ogni volta pare un’attrice diversa, come solo le grandi attrici sanno fare (e non sono molte!). Lasciando da parte le facili e inutili battute sul suo viso che anche nella vita è cambiato parecchio per colpa degli “interventi” esterni, lei è proprio brava ad adeguare espressioni, occhi e impostazioni del viso a seconda delle esigenze. Basti pensare a come la ricordiamo per Stoker, Rabbit Hole, Birth, The Hours, The Others per esempio. Sempre adattata e bravissima. Come lo è anche stavolta.
La Coppola riesce comunque a creare una buona tensione, anche crescente, con un sottile gioco emotivo e soprattutto psicologico, lavorando specialmente sulle reazioni femminili delle sette donne della casa di educazione, partendo dalle giovanissime adolescenti fino alla signora padrona di casa Martha Farnsworth (Kidman), passando dalla provocatrice Alicia (Elle Fanning, che mi interessa sempre più, chissà cosa diventerà da grande!) e da quella stupenda donna che è diventata Kirsten Dunst, nel ruolo di Edwina. Colin Farrell se la cava benino ma, sia chiaro, lui non è Clint!
Il film è comunque più che buono, ben fatto, ottima scenografia, ma troppo “telefonato”, prevedibile. Un voto finale potrebbe essere un 7 scarso.
IL DOPO
Bene, raffronto effettuato!
Dopo aver rivisto con calma l’originale di The Beguiled firmato Don Siegel, in Italia conosciuto come, il raffronto con il remake di Sofia lo trovo veramente impietoso. Mi ha sorpreso enormemente il fatto che la Coppola abbia in realtà ri-girato pari pari la prima parte, copiando integralmente le scene e addirittura i dialoghi: capisco che il romanzo di partenza scritto da Thomas Cullinan è ovviamente il medesimo, ma c’era proprio bisogno da parte della giovane regista figlia d’arte di ri-scrivere le stesse parole di Albert Maltz e Irene Kamp, sceneggiatori del film originale? Ma proprio le stesse frasi e le stesse inquadrature! Vabbe’, ma la seconda parte che nel film di Siegel diventa un vero dramma thriller, con cattiveria montante, forti accenti erotici con un momento addirittura onirico-saffico (che coraggio Siegel!), con una tensione così tipica di quegli anni ’70 e con un Clint Eastwood ormai affrancato (ma fortemente premiato) dai tre personaggi creati da Sergio Leone che forse dà la prima vera convincente prova di attore.
Invece la Coppola va avanti con il suo bravo compitino, portando a termine un film fin troppo patinato (ahi, che brutta caduta e che trascinamento sta portandosi dietro dall’orribile Bling Ring!) affidandosi del tutto nelle mani sapienti di Nicole Kidman, vera star del suo film, dove indubbiamente Elle Fanning si distingue bene ma Colin Farrell perde alla distanza senza ombra di dubbio il raffronto con il mitico fuorilegge chiamato Clint.
Due film quasi identici, due risultati enormemente lontani. Mano dura, callosa, rude di un maschiaccio regista di qualche decennio fa che vince in assoluto contro una mano troppo leggera, femminile sì, ma direi femminea, quasi timorosa di affondare il colpo. Un film troppo hollywoodiano per poter graffiare, perché a dir la verità con questo soggetto si poteva fare un film con gli attributi. E se queste mani femminili fossero state di Kathryn Bigelow avremmo visto fuochi d’artificio.
Risultato finale? ‘L’inganno’ voto 6 e1/2, ‘La notte brava del soldato Jonathan’ voto 8. Non c’è partita!
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